Via le utenze professionali dal televoto. L'Antitrust intima a
Rai e Mediaset di provvedere all'esclusione dei call center dai
meccanismi del televoto nelle trasmissioni televisive. Le due
società hanno 20 giorni di tempo per comunicare all’Autorità le
contromisure che intendono adottare; in caso di mancata
ottemperanza alla richiesta, nei confronti dei due network
televisivi scatteranno delle sanzioni.
L’azione del Garante della Concorrenza fa seguito alle polemiche
e alle segnalazioni, da parte dei consumatori, di presunte
irregolarità commesse nel corso di programmi televisivi come il
Festival di Sanremo (a cominciare dal concorso per giovani del
2009, Sanremo59) e Grande Fratello. “L’attuale meccanismo –
spiega il Presidente Antonio Catricalà -, rende possibile da parte
di operatori specializzati del settore l’effettuazione di un
numero molto rilevante di telefonate, per esprimere preferenze già
predeterminate su specifiche scelte”.
Preferenze che potrebbero quindi non riflettere le simpatie del
pubblico per questo o quel personaggio o cantante, ma essere frutto
di accordi di acquisto di interi pacchetti di televoto, con un più
alto ritorno economico in termini di pubblicità, vendite di
dischi, passaggi radiofonici.
"Ci aspettiamo che le due società si adeguino alle nostre
indicazioni – dichiara Catricalà – perché altrimenti saremmo
costretti ad aprire due procedure sanzionatorie. Il meccanismo del
televoto deve essere trasparente: il voto degli spettatori che
seguono una trasmissione invogliati anche dall’idea di potere
contare nella scelta di un candidato non può essere falsato,
nemmeno potenzialmente, dai voti che arrivano dai call
center".
In base alle indicazioni dell’Autorithy, Rai e Mediaset dovranno
pertanto prevedere nel Regolamento del televoto l’esclusione
delle utenze business dai soggetti che possono partecipare al voto;
introdurre nelle promozioni delle trasmissioni che utilizzano il
sistema del televoto l’indicazione sull’esclusione delle utenze
business; prevedere sistemi che consentano il riconoscimento e, di
conseguenza, l’esclusione del voto proveniente da un’utenza
business.
“La Rai farà naturalmente tutti gli approfondimenti del caso, ma
la disciplina aziendale in materia, risalente peraltro al 2001, è
rigorosa e puntuale", ha commentao il direttore generale di
viale Mazzini, Mauro Masi. L’intervento dell’Antitrust è stato
accolto positivamente dalle associazioni musicali Fimi, cui
aderiscono anche le quattro major discografiche, e che per prima –
insieme al Codacons – aveva chiesto alla Rai di fare chiarezza sui
presunti brogli sanremesi, dall’ Adusbef ed Audiocoop (etichette
indipendenti).