La guerra dei social network Facebook ora crede nel game

A due anni dalla nascita il sito punta sulle applicazioni dedicate ai giochi

Pubblicato il 09 Giu 2009

Facebook o MySpace? Twitter o FriendFeed? Chi vale di più sul
mercato, il sito di Zuckerberg che registra 275 milioni di utenti o
quello di Murdoch che di utenti ne ha meno ma guadagna 900 milioni
di dollari in pubblicità (tre volte tanto le entrate di Facebook)?
La moscovita Dst Technologies ha offerto 200 milioni di dollari per
1,96% d’azioni Facebook, svelando in questo modo il (diminuito,
rispetto al 2007) valore della società.
 

Ma nel mondo dei social network, ancora in cerca di un proprio
modo per sopravvivere, si aggiusta continuamente il tiro. “Il
mondo si muove sempre di più intorno alle applicazioni che si
appoggiano ai social network come Facebook, FriendFeed o
Twitter”. Lo dice Michael Wolf – così riporta il Financial
Times – ex presidente di Mtv Networks, da poco nel board advisor
di Slide, compagnia di entertainment che collabora sia con
Facebook che con MySpace. Proprio per questo è il momento, per i
social network, di diventare grandi: trovando prodotti o
caratteristiche in grado di battere una concorrenza che si fa
sempre più agguerrita. Le differenziazioni sono visibili già
dai protocolli che costituiscono il cuore della gestione.
Facebook (ideato d Zuckerberg) utilizza una struttura
predefinita, con grafica e font prestabiliti, e aggiorna in
automatico nella bacheca pubblica i newsfeed  degli utenti. Un modello che permette l’accesso a
un ampio target di utenti rendendo le funzioni basi a portata di
click. MySpace (della News Corp. di Murdoch) punta invece su una
struttura più aperta, una tela bianca per la libertà
d’espressione. Mette a disposizione codici di programmazione
(come l'Html e il Css) che permettono di cambiare il proprio
profilo caricando contenuti multimediali (in circolazione ci sono
2.7 milioni tra foto, video, brani condivisi). Infine, come
Facebook, anche Twitter utilizza la funzione newsfeed, ma lascia
agli utenti la possibilità di decidere cosa sarà condiviso: un
microblog dove pubblicare informazioni lampo di 140 battute al
massimo, che gli ideatori Evan Williams e Biz Stone definiscono
(in un’intervista al Sole 24 ore ) “ideale per
l’insegnamento” (del Web).
 

Ma la vera arma vincente per Facebook sono le applicazioni. In
particolare, le applicazioni per il game. In occasione del suo
secondo compleanno, il sito fa i conti registrando più di 275
milioni di utenti (in Europa e Usa le percentuali più alte) che
fanno girare almeno un’applicazione di giochi ciascuno. Ci sono
più di 52mila applicazioni nella App Directory, tra giochi-test
e link. Fra queste, almeno 100 applicazioni vantano un milione di
utenti attivi. Non a caso, è al sesto posto tra i siti più
visitati al mondo e conquista un ampio target d’iscritti che va
dai 18 ai 50 anni.
 

"Gli utenti tendono a andare sempre più su piattaforme come
la nostra e sempre più rimangono invischiati da applicazioni di
gioco – dice Ethan Beard, direttore del platform marketing di
Facebook -. Molti di loro potrebbero addirittura essere definiti
 dei dipendenti al limite del
bordeline”. Ed è proprio tra le fila dei “game-dipendenti”
che vengono individuati gli utenti con maggiore disponibilità di
spesa. (“dipendenza” corroborata dopo l’invenzione del
cellulare Inq1 di 3 Italia con accesso a Facebook). In Italia,
per esempio, solo nell’ultimo anno, gli utenti hanno
raddoppiato il tempo da dedicare ai social network: il 15% della
parte di giornata impiegata a navigare navigazione.

In particolare hanno riscosso particolare successo i recenti
giochi Restaurant City, Texas Hold'em Poker e Mafia Wars. Il
primo, targato Playfish, già nota per una delle prime
applicazioni inserite nel social network, Pet Society, dichiara
di aver raggiunto quota 3 milioni di dollari di vendite mentre
Zynga, creatore di Texas Hold'em Poker  (uno dei pochi giochi interattivi di Poker rimasto
free online) e Mafia Wars, vanta vendite per 100 milioni di
dollari. Entrambi prevedono di generare solo per quest’anno,
grazie a Facebook, circa 500 milioni di dollari. I giochi, alcuni
dei quali interattivi, permettono agli utenti di interagire con i
propri contatti attraverso i rispettivi avatar, come nei veri e
propri giochi a pagamento. Inoltre, la chat che richiama la
struttura dei classici gdr (giochi di ruolo), punta a
conquistare, anche se in scala, il grande pubblico dei giocatori
online.

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