La Siae batte cassa con la Cina: pagate i diritti ai nostri autori

Il presidente Assumma lancia un appello al premier asiatico in visita a Roma: “Disatteso finora l’obbligo di pagamento dei diritti da parte delle emittenti radiotv cinesi. La Repubblica Popolare si adoperi per dare concreta applicazione alle norme di legge”

Pubblicato il 07 Ott 2010

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La Siae batte cassa alla Cina: tournée trionfali per i nostri
artisti, dice una nota della società, ma nessun ritorno sui
diritti d'autore. “L’inaugurazione dell’Anno Culturale
della Cina in Italia – dichiara in una nota il Presidente della
Società Italiana Autori Editori Giorgio Assumma – è l’occasione
anche per rivolgere alle autorità cinesi da oggi in visita a Roma,
un appello perché venga rispettata la proprietà
intellettuale”.

Gli artisti italiani che si recano in tournée in Cina lamentano
infatti, prosegue la nota, il mancato pagamento dei diritti
d’autore per l’esecuzione in pubblico e la trasmissione
radiofonica e televisiva delle loro opere. I dati relativi ai
pagamenti effettuati in favore della Siae confermano questa
difficile situazione, in controtendenza con quanto avviene in altri
Paesi asiatici ( in primo luogo Corea e Vietnam).

Dopo un lungo dibattito lo scorso anno è stato affrontato in Cina
il sistema tariffario relativo alle emissioni radiotv, che si basa
su percentuali (secondo la Siae "ancora tuttavia piuttosto
basse") sulle entrate pubblicitarie delle emittenti. Si tratta
di "un primo importante successo – scrive la Siae – dato che
il sistema adottato introduce un principio in linea con la prassi
seguita nei Paesi che tutelano il diritto d’autore in forma
adeguata".

L’obbligo di pagamento dei diritti d’autore da parte delle
emittenti radio televisive cinesi è stato però finora disatteso.
L’unico barlume di speranza è dato dalla pubblicazione delle
tariffe che ha avuto luogo lo scorso anno (e che sono in vigore dal
1° gennaio 2010), ma che non ha ancora portato alcun risultato
tangibile a livello di percezione di diritti alla Siae.

E’ un fatto che la Società d’autori cinese Mcsc (Music
Copyright Society of China, nata nel 1992, con la quale la Siae ha
collaborato fin da allora firmando un accordo nel 1994) incontra
serie difficoltà, le rimesse alla Siae sono assolutamente
insufficienti a confermare l’uso del repertorio che invece
incontra il favore del pubblico cinese, come dimostrano tournèe
trionfali di molti artisti italiani ( basti citare Renzo Arbore e
Bocelli).

“La Siae esprime l’auspicio che la Repubblica Popolare Cinese –
conclude Assumma – che nel corso degli anni ha adottato una più
adeguata legislazione di tutela del diritto d’autore, si adoperi
per dare concreta applicazione alle norme di legge, assicurando
agli autori italiani il riconoscimento dei loro diritti”.

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