25 milioni di euro: tanto avrebbe sborsato una holding riconducibile alla famiglia Lavazza per entrare nel capitale di Chili, la piattaforma over the top italiana di contenuti video. La notizia è stata annunciata sulle colonne del Financial Times. Lavazza avrebbe acquisito una quota del 25% spartendosi dunque la torta con gli altri investitori fra cui Sony Pictures e Paramount. La società, che vanta all’attivo circa 1 milione di utilizzatori, si prepara intanto a chiudere l’anno con revenues per 30 milioni, in salita di 7 milioni rispetto al 2016. L’ebitda però risulta dimezzato: 3,4 milioni rispetto ai 6,5 milioni di un anno fa.
L’azienda intanto scalda i motori sul fronte piattaforma “e dintorni”: debutta ufficialmente a gennaio (ma è già online) The Hot Corn, il magazine con cui punta a un orizzonte più grande scommettendo controcorrente, la convergenza streaming video-editoria. E’ già online (hotcorn.com), ma il battesimo vero e proprio sarà a gennaio, quando verrà annunciato il nome del direttore responsabile. In rampa di lancio anche la versione in inglese: il rodaggio è in corso. La nuova rivista online ha un fratello minore, Cinetrailer, sito (e app mobile) più di servizio dedicato alle offerte delle sale e alle vendite online di biglietti: creatura concepita prevalentemente per il mobile, punta al pubblico cinefilo in cerca di cinema.
Per Chili Tv si tratta di un altro passo verso l’arricchimento di contenuti. Pur vivendo di vita autonoma le due testate puntano a aumentare la platea del pubblico mirando a target under30 con un’operazione di tutto riguardo dal punto di vista editoriale. Una redazione nutrita con base a Milano e corrispondenti da Berlino, New York, Los Angeles, e articoli curati che fanno trapelare una forte idea editoriale. Cosa c’è all’interno? Recensioni di film in uscita nelle sale, ma non solo: anticipazioni di opere in lavorazione, profili di attrici e attori, registi, mini-reportage dai set. Non il solito magazine un po’ house organ strettamente funzionale alle uscite. Lo sguardo è a 360 gradi, si allarga alle opere in arrivo nelle sale cinematografiche ma anche sulle piattaforme avversarie (come Netflix), pesca nel futuro e nel passato, ricostruisce storie legate ai personaggi e perfino agli oggetti che nei film sono diventati anche loro personaggi (la tazzina della Bella e la Bestia, la trottola di Inception).
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