L'ANNUNCIO

Martella: “Presto una legge sull’Editoria 5.0”

Il sottosegretario: “Nei prossimi mesi un intervento legislativo di sistema per guidare la trasformazione digitale”. Più sostegno all’innovazione tecnologica

Pubblicato il 05 Nov 2019

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Una legge sull’editoria 5.0. L’annuncio arriva direttamente dal sottosegretario all’Editoria Andrea Martella. “Il settore dell’Editoria è strategico per la democrazia del nostro Paese – ha sottolineato in un’intervista a SkyTg24 – L’informazione garantisce la liberta degli individui, una libertà che si deve formare nell’ambito del pluralismo”.

Nel settore, ha aggiunto, “va prodotto un cambio rispetto al precedente governo e credo di essere riuscito a realizzarlo, introducendo delle modifiche nella legge di bilancio in modo da ridisegnare il sistema”. Nei prossimi mesi il governo lavorerà a “una nuova legge ispirata all’Editoria 5.0, una legge di sistema che possa affrontare la crisi che si è prodotta negli scorsi anni anche a seguito della trasformazione digitale“. Per quanto riguarda i criteri ispiratori, aggiunge, “da un lato la norma prevederà il sostegno alla produzione cartacea, dall’altro all’innovazione tecnologica”, ma non mancheranno “il sostegno ai giovani” e anche “forme di alfabetizzazione e promozione della lettura per creare un nuovo pubblico”.

“Nelle prossime settimane dopo l’approvazione della legge di bilancio – ha infine annunciato – il governo attiverà un tavolo coi ministri competenti sulla direttiva europea relativa al rispetto del copyright”. Un tema molto importante e sensibile dal punto di vista politico. “Si tratta di bilanciare tutti gli interessi in campo, la produzione editoriale, il lavoro dei giornalisti, una giusta remunerazione delle professioni editoriali e alle piattaforme”, ha concluso Martella.

Le linee strategiche di Martella per l’Editoria

“L’adozione nel luglio scorso della nuova disciplina europea del copyright e l’imminente implementazione di un sistema europeo di tassazione, la web tax, destinato a far emergere le basi imponibili derivanti dalle attività delle piattaforme digitali offrono ai singoli Stati nuove opportunità di intervento, ma pongono anche sfide complesse che i Governi e i legislatori nazionali devono essere in grado di interpretare con il necessario equilibrio – ha spiegato Martella in Commissione Cultura alla Camera nelle scorse settimane –  Gli Stati membri dovranno recepire la Direttiva sul copyright entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore, ovvero entro il 7 giugno 2021. L’Italia intende farlo tempestivamente, ricercando il miglior bilanciamento possibile tra la libertà di espressione individuale e la tutela della qualità e del pluralismo dell’informazione, anche attraverso la giusta remunerazione dei contenuti editoriali”.

“In particolare dovrà essere concretamente disciplinato, con il necessario equilibrio l’esercizio del nuovo diritto connesso introdotto dalla Direttiva europea, cioè il diritto degli editori a tutelare le pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo online da parte dei prestatori di servizi della società dell’informazione – ha proseguito – Un altro importante profilo che dovrà essere affrontato in sede di recepimento della Direttiva è quello della responsabilità dei ‘prestatori di servizi di condivisione di contenuti online’ per l’utilizzo di contenuti protetti. Per la prima volta, la disciplina europea prevede che questi soggetti rispondano della liceità dei contenuti caricati dagli utenti, sia pure con una responsabilità mitigata e declinata secondo un principio di proporzionalità”.

Martella ha dettagliato anche la “strategia” di finanziamento dell’Editoria. “L’Italia punta ad accrescere le risorse destinate al sistema dell’informazione, attraverso la misura nazionale di tassazione sulle intermediazioni finanziarie – ha spiegato, riferendosi alla web tax prevista dal Ddl bilancio per il 2020 – Abbiamo proposto – ha ricordato – che una quota del gettito di tale imposta pari al 5%, entro il limite massimo di 20 milioni di euro annui, sia strutturalmente riservata all’alimentazione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione nel sistema editoriale. A valere su queste risorse sarà finanziato, in aggiunta alle misure già previste dalla legge, un sistema di incentivi all’acquisto di abbonamenti a quotidiani e periodici, anche in formato digitale, destinato alle scuole pubbliche e paritarie di ogni ordine e grado e ai singoli individui”. Secondo Martella “si tratta di una misura significativa non solo per l’impatto finanziario, ma anche e soprattutto per la sua valenza culturale”.

L’imposta sui servizi digitali prevede un’aliquota del 3% sui ricavi da applicare ai soggetti che prestano servizi digitali e che hanno un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni e un ammontare di ricavi derivanti dalla prestazione di servizi digitali non inferiore a 5,5 milioni.

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