L'OPERAZIONE

Mediaset, via al riassetto. Ma si apre lo scontro con Vivendi

L’assemblea del Biscione approva la fusione Italia-Spagna e da l’ok alla nascita di Media For Europe, la piattaforma di contenuti che avrà sede in Olanda. Il socio francese all’attacco dopo l’esclusione di Simon Fiduciaria: “Illegale”

Pubblicato il 05 Set 2019

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Passo storico per Mediaset: l‘assemblea ha varato la fusione con la controllata spagnola Mediaset España e soprattutto l’avvio della holding in Olanda dove il Biscione vuole spostare la sede non fiscale della società che conterrà tutte le sue attività e partecipazioni. Ora, per quella che è anche la piattaforma per le alleanze internazionali e che trova la fortissima contrarietà del socio “nemico” Vivendi, manca solo il superamento dell’ostacolo recesso, nel caso venisse esercitato da una quota consistente di azionisti.

Ma anche per questo il Biscione si è attrezzato e quindi l’attacco di Vivendi è particolarmente violento. L’assemblea del Biscione ha infatti approvato la fusione con Mediaset España (che a sua volta ha dato via libera) e lo statuto della holding MediaforEurope, ideata per competere con i big del web a cominciare da Netflix, con i voti favorevoli sostenuti da Fininvest del 78% dei presenti, mentre i contrari con Vivendi sono stati il 21%.

Ai francesi, che contano sul 9,9% dei diritti di voto nel gruppo televisivo italiano, sarebbe bastato raggiungere un terzo di “no” per bloccare il progetto e la mancata partecipazione della fiduciaria Simon, nella quale hanno depositato oltre il 19% del capitale del Biscione, è stata quindi decisiva. Vivendi infatti è stata ammessa al voto da un provvedimento del Tribunale di Milano, mentre verso Simon – che non ha presentato ricorsi per questa assemblea – il Cda di Mediaset ha avuto gioco facile a ribadire il suo divieto al voto, in quanto il Biscione ritiene contraria alle norme l’acquisizione dell’intera quota dei francesi. Vivendi definisce quindi “illegale” l’assemblea, affermando che “gli amministratori di Mediaset stanno trascinando la società in gravi controversie”.

Opposto ovviamente il parere del presidente del Biscione Fedele Confalonieri, che ribadisce come l’assise sia “perfettamente legale e allineata con le disposizioni del Tribunale”. Ora ci sono 15 giorni in Italia dal deposito dell’esito dell’assemblea nel Registro delle imprese di Milano e 30 giorni in Spagna per poter esercitare il recesso, ma Pier Silvio Berlusconi è convinto che “Vivendi non ha alcuna intenzione di recedere” e comunque “siamo tranquilli, perché ci sono altri investitori pronti a entrare”.

Ora si attende la scelta dei francesi, che minacciano azioni legali. Un piano sul quale si usano toni molto forti, con risultati però spostati nel tempo: la prossima udienza della causa miliardaria di Mediaset e Fininvest contro Vivendi per il mancato acquisto di Premium, l’inizio dello scontro ancora in atto, è stata fissata tra oltre un anno, il 15 settembre 2020.

Intanto prosegue il botta e risposta tra Mediaset e Vivendi. In una nota il gruppo di Cologno Monzese precisa che “il cda non ha assunto alcuna decisione che sta “trascinando la loro società in gravi controversie” come sostiene Vivendi nella sua ultima inaccettabile comunicazione ma ha semplicemente preso atto di quanto stabilito dal Tribunale di Milano e dall’AgCom”.

Non solo quindi Vivendi ha torto – aggiunge – “ma stupisce che continui a diffondere accuse prive di fondamento con l’unico scopo di deprimere l’andamento del titolo Mediaset in Borsa”. Mediaset ribadisce inoltre quanto affermato dal presidente Fedele Confalonieri nell’assemblea: “Vivendi – ha detto Confalonieri – sta cercando di far passare in secondo piano la valenza industriale del progetto MediaForEurope. Né Vivendi, né Simon fiduciaria hanno titolo per esercitare i diritti amministrativi connessi a tutte le azioni acquistate da Vivendi”.

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