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Mediaset alla guerra con Vivendi: “Non ci fermeranno”

La corte di Madrid sospende la fusione con la controllata spagnola in attesa della sentenza di merito sul ricorso dei francesi. Il Biscione annuncia di voler ricorrere in appello. E sarebbe imminente anche un esposto ad Agcom

Pubblicato il 11 Ott 2019

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Mediaset sta preparando un esposto da presentare all’Agcom, affinché verifichi che i Vivendi stia rispettando la delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che aveva rilevato la violazione delle norme in materia radio-televisiva. L’esposto riguarderebbe l’eventuale “influenza notevole” che Vivendi avrebbe esercitato verso Mediaset. La mossa fa parte della strategia con cui la media company italiana risponde al ricorso dei francesi che ha portato alla sentenza del tribunale di Madrid, che oggi ha sospesa la delibera che decretava la fusione tra le attività di Mediaset in Italia e in Spagna.

La vicenda  

La Corte di Madrid si è pronunciata sulla sospensione della fusione per incorporazione di Mediaset Spagna e Mediaset in attesa della sentenza definitiva sul ricorso che era stato presentato da Vivendi, dopo l’accordo raggiunto nell’assemblea straordinaria di Mediaset Spagna il 4 settembre. Approvando la fusione con la controllante Mediaset la società spagnola aveva dato inizio al percorso per la nascita di MediaforEurope, la holding olandese nella quale il Biscione intende concentrare tutte le sue attività e partecipazioni, compreso il 9,6% di ProSiebenSat1. I francesi hanno tra l’altro avviato una causa anche ad Amsterdam, contestando lo statuto della holding Mfe, con l’udienza è stata fissata per il 16 ottobre.

Appreso della sospensione disposta dalla Corte di Madrid, Mediaset ha immediatamente annunciato di voler fare appello contro la decisione: “Le ragioni a sostegno della posizione di Mediaset Spagna – si legge in una nota di Mediaset – sono molto solide per impugnare gli accordi societari, sia dal punto di vista giuridico, che economico e commerciale”.

La posizione di Vivendi

 Dal canto proprio Vivendi si dichiara “soddisfatta per la decisione annunciata oggi dal giudice della corte di Madrid”. “Il giudice – afferma un portavoce della società francese – prosegue il portavoce – ha riconosciuto che il piano di fusione era stato imposto in modo abusivo da Mediaset e dal suo azionista di controllo Fininvest a svantaggio di tutti gli azionisti di minoranza. Il giudice ha anche riconosciuto che tale fusione non risponde ad una ragionevole necessità di business di Mediaset Espana”.

Alla posizione di Vivendi si accoda anche Simon Fiduciaria, che si spinge fino a chiedere al Tribunale di Milano di sospendere, in via cautelare, l’esecuzione della delibera assunta dall’assemblea straordinaria di Mediaset lo scorso 4 settembre.

La reazione di Mediaset

 “Vivendi non fermerà il progetto di espansione europea di Mediaset”, commenta il biscione in una nota, aggiungendo di confidare nel fatto che “nell’appello di merito saranno riconosciuti i vantaggi strategici e operativi ottenibili solo attraverso un’aggregazione societaria guidata da un management unitario e coeso con una visione chiara delle priorità strategiche e del modello di business capace di creare valore per tutti gli azionisti”. Poi l’attacco al socio francese: “Ancora una volta – argomenta Mediaset – la campagna mediatica e giudiziaria di Vivendi ha l’obiettivo di danneggiare gravemente tutti gli azionisti di Mediaset e ancora di più quelli di Mediaset Espana che avevano approvato in larga maggioranza il progetto in entrambi i paesi. Progetto che già prevede un effetto incrementale sul valore del Gruppo pari a circa 800 milioni di euro, un dividendo post-fusione di 100 milioni di euro oltre a un buy-back per un importo fino a 280 milioni di euro”.

“L’atteggiamento autolesionista di Vivendi conferma due dati di fatto incontrovertibili. Il primo – conclude il comunicato – è l’assoluta strumentalità delle scelte anti-Mediaset di Vivendi al solo scopo di deprimere il valore di Borsa dei titoli Mediaset per poi provare ad approfittarne. Un comportamento platealmente strumentale che ribadisce l’intenzione di indebolire Mediaset solo per i propri interessi come già avvenne nel 2016, quando iniziò la scalata ostile su cui tuttora indaga la Procura della Repubblica di Milano”. Infine Mediaset cita “l’influenza notevole che il gruppo francese continua a esercitare su Mediaset in violazione – in quanto primo azionista di Tim-Telecom con il 23,9% – delle leggi italiane e delle delibere in materia dell’AgCom”.

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