LA PROVOCAZIONE

Pirateria online, Crimi sfida gli editori e pensa al “Netflix dei quotidiani”

Il sottosegretario all’Editoria: “Bisogna rispettare il lavoro che c’è dietro ogni singolo articolo, foto, pagina”. L’idea: “La logica dell’acquisto costante di un singolo giornale è superata. Gli editori si facciano promotori di una nuova piattaforma digitale multi-testata”

Pubblicato il 21 Ago 2018

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Vito Crimi scende in campo per la tutela dei quotidiani dalla pirateria online, ma allo stesso tempo il sottosegretario all’editoria lancia una “sfida” agli editori: quella di dare vita a una nuova piattaforma digitale “in cui il lettore, allo stesso costo di un abbonamento digitale ad una sola testata, può leggere tutti i giornali”: una sorta di Netflix dell’editoria, insomma, in cui gli utenti possano ottenere l’accesso ai giornali attraverso il pagamento di un canone mensile. 

In questo modo il rappresentante del Governo Conte risponde all’editoriale lanciato nei giorni scorsi da Vittorio Feltri, direttore di Libero, che denunciava come su Telegram vengano diffusi gratuitamente, ogni giorno, le edizioni digitali integrali di tutti i quotidiani e riviste italiani. 

“Questa violazione – scrive Crimi sul suo blog – dovrebbe essere denunciata da parte degli editori e credo che la magistratura e le Forze dell’Ordine debbano intervenire. Si tratta della diffusione illegale di prodotti realizzati per la vendita, con dei costi e delle strutture importanti, e tutelati dal diritto d’autore. Per tale motivo, la loro pubblicazione senza autorizzazione è da considerarsi un illecito”.

“È nostro dovere rispettare il lavoro che c’è dietro ogni singolo articolo, fotografia, pagina. E questo a prescindere dalla predisposizione che ognuno di noi può manifestare nei confronti di un giornale o di un altro”.

Poi la “provocazione”: “Come più volte ho ribadito – spiega il sottosegretario – devono comprendere come si sta evolvendo la domanda di informazione da parte degli utenti, anche in funzione delle nuove tecnologie. Oggi l’interesse non è più orientato al contenitore, bensì al contenuto. La logica dell’acquisto costante di un singolo giornale è oramai superata: il pubblico preferisce poter fruire di una pluralità di informazioni attraverso la rete, magari leggendo il singolo articolo di una testata evitando di acquistare l’intero giornale o più giornali per leggere su ciascuno di essi un articolo su un tema di suo interesse”.

“Perché gli editori – chiede Crimi – prima che si muova un privato ricavandoci il proprio utile, non si fanno promotori della creazione di una piattaforma digitale in cui il lettore, allo stesso costo di un abbonamento digitale ad una sola testata, può leggere tutti i giornali? Sembra una follia, ma grazie a questa iniziativa tutti gli attuali abbonati alle singole testate potrebbero interessarsi a transitare su questa piattaforma, poiché con la medesima spesa avrebbero la possibilità di leggere una pluralità di testate. Vi sarebbero dunque milioni di potenziali utenti che a fronte di un costo ragionevole potrebbero decidere di attivare questa nuova forma di abbonamento”.

“La piattaforma, fruibile da qualunque dispositivo, potrebbe poi consentire agli utenti ricerche per tipologia di informazione e contenuto – prosegue il sottosegretario – così da personalizzare i profili con abbonamenti specifici. Gli abbonati avrebbero quindi l’occasione di leggere tutti i giorni alcuni dei più autorevoli giornalisti italiani, confrontandone il pensiero, senza dover acquistare tanti giornali diversi. In questo modo il pluralismo dell’informazione sarebbe garantito, con piccoli ed importanti passi anche verso la ricerca della verità: il singolo utente/abbonato, avendo libero (e legale) accesso a tutti i contenuti contemporaneamente, potrebbe effettuare in autonomia il “fact checking” di ciò che viene scritto. Con un adeguato sistema di ridistribuzione, infine, si potrebbero suddividere gli incassi sulla base dei contenuti ricercati e letti dagli utenti”.

“Se l’obiettivo comune è quello di recuperare la cultura, la dignità e la legalità dell’informazione – conclude Crimi – occorre scendere dai piedistalli sui quali troppi ‘baroni’ dell’informazione si sono da tempo trincerati, abbandonare il perenne ricorso al contributo pubblico per gli editori che prima o poi sparirà, e parlare ai lettori attraverso il linguaggio dei nostri tempi, sfruttando al massimo le potenzialità dell’innovazione tecnologica senza venirne travolti e rispondendo in maniera efficace alle nuove esigenze del pubblico”.

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