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Response Analyse: music streaming, sempre più utenti disposti a pagare

Un sondaggio commissionato dalla piattaforma WiMp sul mercato nordeuropeo rivela che solo il 25% degli utenti è contrario al pagamento dei servizi streaming. La discriminante per l’accettazione delle formule pay è la qualità

Pubblicato il 03 Giu 2013

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Gratis è bello, ma per un buon servizio si è anche disposti a pagare. Tradizionalmente considerato il regno del tutto-gratis, Internet ha faticato a trovare modelli a pagamento che funzionassero per la distribuzione dei contenuti ma un sondaggio condotto dalla società norvegese Respons Analyse per conto del servizio di music streaming WiMP rivela dati incoraggianti: i consumatori sono sempre più disposti a pagare per i servizi di streaming musicale. Un importante trend in crescita registrato tramite un questionario sottoposto agli utenti di WiMP (in Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Polonia) nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2013.

A mostrarsi più aperti ai modelli a pagamento sono anche gli utenti delle generazioni più “vecchie”, non solo i giovani – una tendenza che va di pari passo con l’aumento dell’utilizzo dei servizi di music streaming tra tutte le fasce di età. Chi ha risposto al sondaggio ha anzi indicato di voler incrementare l’utilizzo dello streaming musicale in futuro, e questo vuol dire che anche gli utenti paganti cresceranno.

Dal sondaggio risulta che i norvegesi sono i più propensi ai servizi pay: il 48% è disposto a pagare per il music streaming, un incremento del 15% rispetto a giugno 2012. In Polonia, uno dei mercati raggiunti solo di recente da servizi di streaming di musica come WiMP, è il 40% degli utenti a dichiararsi disponibile a pagare. Terza è la Svezia, primo mercato in ordine di tempo raggiunto dai servizi di music streaming, e dove il 35% degli intervistati dice sì alle formule pay. Seguono i danesi (30%) e, per ultimi, i tedeschi (solo il 28% vuole pagare).

Quel che è interessante sottolineare è che molti dei consumatori indicano che la disponibilità a pagare dipende dalla qualità e dalle caratteristiche del servizio. In media, in tutti i paesi studiati, resta un 25% di persone che non vuole pagare.

WiMP conduce regolarmente questi sondaggi da giugno 2011; nei primi studi la fascia di utenti più aperta al pagamento era rappresentata dai giovani (sotto i 30 anni). Il nuovo sondaggio mostra invece che i 30-39enni hanno più o meno la stessa disponibilità a pagare per i servizi musicali su Internet mentre il gap con i gruppi di età maggiore si restringe.

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