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Zon, in Portogallo addio ai set top box: “La tv è cloud”

Il provider decide di investire nella rete anziché nei device: le abitudini degli spettatori sono cambiate. “Puntiamo su funzionalità virtualizzate come Timewarp”

Pubblicato il 21 Mar 2013

Patrizia Licata

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Set-top box, video-registratori personali: per il provider Internet e Tv portoghese Zon sono un vecchio asset e anche costoso – per questo le nuove strategie di crescita puntano sul trasferimento di tutte le funzionalità Cpe (customer premises equipment) nel cloud. “Zon investirà nella rete, non nei device come set-top box e video registratori”, ha indicato Nuno Sanches, direttore dello sviluppo prodotti di Zon, in un’intervista con Tv Connect. “Non installeremo più questi apparecchi nelle case dei clienti, ma daremo loro le stesse funzionalità tramite la rete e il cloud”.

Le funzionalità di registrazione e personalizzazione della visione sono dunque in qualche modo virtualizzate. Zon ha dato un primo saggio di questa trasformazione la scorsa estate lanciando il servizio Timewarp per i clienti del suo pacchetto Iris triple-play e, riferisce Sanches, gli utenti hanno mostrato di gradire la novità. Il servizio registra tutti i contenuti trasmessi da un determinato canale Tv e li conserva per sette giorni; l’utente sceglie da quale canale registrare i programmi, naviga quando vuole tra i contenuti usando l’interfaccia utente Iris Tv di Zon, effettua ricerche per canale, genere, attore e altri parametri e decide quando e che cosa guardare. Il sistema comprende l’interazione con i social network e la possibilità di scambiare raccomandazioni su cosa vedere con gli amici. Gli iscritti sono arrivati a 250.000 e il servizio cresce del 6%-7% al mese.

I risultati finanziari resi noti nel quarto trimestre indicano che Zon ha chiuso il 2012 con 3,47 milioni di revenue-generating units, voci che creano guadagno: abbonamenti alla pay-tv, alla banda larga fissa e alla telefonia fissa o abbonamenti mobili. I clienti triple-play sono 773.000, di cui il 64% su cavo. Il 95% dei clienti Iris ha usato Timewarp e il 70% lo utilizza ogni giorno, rivela Sanches. “Ci sono persone che hanno quasi del tutto abbandonato il consumo lineare”. Il livello di soddisfazione del cliente, in una scala da 1 a 10, non scende mai sotto 9; prima il rating dell’offerta Tv di Zon non superava 8.

“Ovviamente per questo tipo di servizio, e per la massima soddisfazione del cliente, occorre molta banda”, aggiunge Sanches; “nelle ore di picco lo streaming simultaneo arriva a coinvolgere il 14% degli utenti e se cresceremo del 20-30%, o addirittura del 50%, lo stress per la rete sarebbe notevole”. Occorre dunque continuare a investire nelle capacità di banda, ma basteranno i soldi risparmiati portando le funzionalità Cpe nel cloud? Sanches stesso non ha la risposta.

Le sfide non finiscono qui: il modo nuovo con cui i consumatori fruiscono della tv vuol dire creare tecnologie e anche strategie per consentire di trovare facilmente i contenuti nel mare dei programmi registrati (in 7 giorni si può arrivare a 10.000-15.000 registrazioni). Significativo anche l’impatto del cambiamento sulla pubblicità: con la catch-up tv gli spettatori tendono a saltarla. D’altro lato, secondo Sanches, esistono opportunità per operatori, vendor e fornitori di contenuti con lo spostamento dei programmi e delle funzionalità Tv nel cloud. “Occorre ridefinire tecnologie e modelli di business del settore broadcast”, afferma il top manager di Zon. Se ne sono accorti anche i suoi concorrenti: l’introduzione e il successo del servizio Timewarp di Zon ha spinto un altro grande player del settore, Portugal Telecom, ad aggiungere l’opzione di registrazione automatica al suo servizio Meo.

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