LA TRIMESTRALE

Google batte le stime, ma è “allarme” pubblicità

Nel quarto trimestre la holding di BigG, Alphabet, ha registrato utili per azione a 12,77 dollari rispetto alle stime di 10,82; fatturato a 39,28 miliardi anziché 38,93. Delude il margine operativo sulla scia della crescita piatta dell’adv. E il titolo cala in Borsa

Pubblicato il 05 Feb 2019

Antonio Dini

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Trimestrale in positivo per Alphabet, la holding che racchiude Google e le altre aziende del gruppo. Rispetto alle attese di Wall Street infatti, i risultati presentati martedì del quarto trimestre sono migliori sia nella bottom line che nella top line. Nell’after-market però il mercato penalizza il titolo in Borsa lasciando il 3% della capitalizzazione di mercato.

Il costo di acquisizione del traffico, cioè la misura che permette di capire quanto Alphabet faccia pagare gli investitori per ogni pubblicità servita sui suoi siti web, è scesa del 29% rispetto allo scorso anno e del 9% rispetto al trimestre precedente. È l’unica nota stonata che può far pensare agli investitori che il potere di determinazione dei prezzi di Google si stia erodendo, e quindi il suo valore complessivo. Ma può essere anche un segnale di una maggiore efficienza e riduzione degli attriti, che porta a un allargamento della base e dei volumi.

In ogni caso, sul mercato è chiaro che Google, la società controllata che crea la maggior parte del valore di Alphabet, sente la pressione della concorrenza di Amazon per la pubblicità digitale e quindi una diminuzione dei prezzi, mentre i costi per le attività in generale sono in aumento.
L’azienda ha riportato spese di capitale sopra i 7 miliardi di dollari nel periodo, ben sopra le proiezioni che stimavano le spese a quota 5,63 miliardi.

Più in generale, dal punto di vista degli altri indicatori macro della quarta trimestrale del 2018 di Alphabet, spiccano guadagni diluiti per azione a 12,77 dollari (rispetto alla stima basata su consenso raccolto di Refinitiv a 10,82 dollari) e fatturato a 39,28 dollari (rispetto a 38,93 stimato per consenso).

I margini operativi di Alphabet sono al 21%, sotto il 22% delle aspettative e sotto il 23% dello stesso periodo di un anno fa. I margini operativi annuali di Google sono scesi di due punti rispetto allo scorso anno, e rappresentano un declino ancora più netto rispetto a quello complessivo del gruppo.
Il messaggio più preoccupante viene dal core business della pubblicità, che ha raggiunto una fase di crescita piatta: il fatturato della pubblicità è cresciuto del 20% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa, arrivando a quota 32,6 miliardi, con lo stesso tasso di cresciuto del trimestre precedente.

Il costo di acquisizione del traffico, cioè la cifra che Google paga ad aziende come Apple per essere la configurazione di default come motore di ricerca sugli altri browser, è arrivata a 7,44 miliardi, +13% rispetto ai 6,58 miliardi il terzo quarto e +15% rispetto ai 6,45 miliardi di un anno fa. Il costo è circa il 23% del fatturato pubblicitario ed è in linea con le stime degli analisti nonché con i trimestri precedenti.

Le migliori notizie per Alphabet, così come per il resto dei big della tecnologia, è la crescita del fatturato derivante da “altri settori”, cioè cloud business, vendite hardware e software. Il segmento è arrivato a 6,49 miliardi, leggermente superiore alla stima di 6,43 miliardi degli analisti e in complessivo aumento del 31% anno su anno.

Second Alphabet, che si rifiuta di fornire cifre in dettaglio sulla performance del proprio cloud, quest’ultimo è comunque “uno dei segmenti in maggiore crescita per Alphabet”. Ci sono 5 milioni di utenti paganti per la G Suite e più di un milione di accordi per Google Cloud Platform.
Per le “altre scommesse”, l’area che raccoglie i tentativi di aprire nuovi mercati come auto che si guidano da sole e settore salute, il fatturato è a 154 milioni, sotto la stima di 187,4 milioni degli analisti ma comunque in crescita del 18% anno su anno.

Oggi Google ha 98mila dipendenti, in velocissima crescita rispetto agli 80mila di un anno fa. La crescita maggiore delle assunzioni è nel settore cloud.

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