La crisi che ha portato le azioni di Meta a perdere il 70% del proprio valore nell’ultimo anno avrà probabilmente un contraccolpo pesante su piani e sull’organico dell’azienda, che si prepara ad avviare una campagna di licenziamenti che potrebbe essere la più importante, in termini di esuberi, mai realizzata finora da una big tech statunitense.
La strategia non è ancora stata ufficializzata dalla holding a cui fanno riferimento Facebook, Instagram e Whatsapp, ma ad anticiparla è stato il Wall Street Journal, secondo cui Meta, sulla scia di quanto sta già accadendo in seno ad altre società tecnologiche americane, avrebbe deciso di ridurre il proprio organico – che oggi conta su 87mila dipendenti in tutto il mondo – in modo significativo. Si potrebbe trattare, secondo quanto anticipato dal quotidiano finanziario, di un ridimensionamento che in termini assoluti potrebbe superare quello appena partito in Twitter, anche se in termini percentuali i tagli di personale con cui Elon Musk ha debuttato alla guida del social network sarebbero più “pesanti” di quelli che Meta potrebbe mettere in campo nei prossimi giorni.
I numeri del piano
Secondo la ricostruzione del Wsj quella che sta per iniziare sarebbe la più importante riduzione di personale mai messa in campo dalla società guidata da Mark Zuckerberg nei suoi 18 anni di storia. Intanto proprio dal versante Twitter emerge una circostanza curiosa: nell’operazione che sta portando il social di Elon Musk a dimezzare il proprio personale con oltre 3mila licenziamenti, decine di loro sarebbero stati licenziati per errore, e l’azienda sarebbe impegnata a richiamarli in servizio.
La decisione di Meta, in ogni caso, arriva alla fine di un periodo, contrassegnato dall’esplosione della pandemia da Covid-19 su scala globale, in cui le big tech e i social network in particolare avevano beneficiato di un boom di fatturato e di importanti campagne di assunzioni: si tratta complessivamente di oltre 27mila persone nel 2020 e nel 2021, più altre 15.344 nei primi nove mesi 2022, di cui poco meno di 4mila negli ultimi tre mesi.
Nessun commento da Menlo Park
La notizia non ha finora ricevuto commenti ufficiali da Facebook, con un portavoce contattato dal Wall Street Journal che – senza entrare nel merito della questione né commentare nel merito i rumors – si è limitato a ricordare come proprio recentemente Zuckerberg avesse annunciato pubblicamente, durante la call con gli analisti sui conti che risale al 26 ottobre, che la società “concentrerà i propri investimenti su un numero limitato di aree di crescita ad alta priorità”. “Alcuni team cresceranno in modo significativo – aveva sottolineato – ma la maggior parte degli altri team rimarranno fermi o si ridurranno nel corso del prossimo anno”. Ma qualche segnale di ciò che con ogni probabilità sta per avvenire si era avuto già a giugno, quando Zuckerberg aveva detto pubblicamente che “realisticamente, in azienda ci sono probabilmente un po’ di persone che non dovrebbero essere qui”.
I motivi del ridimensionamento
A motivare le prestazioni deludenti registrate in borsa dalla holding ci sarebbe la crisi economica generale dovuta alle tensioni geopolitiche in atto, a partire dalla guerra in Ucraina, e alle loro conseguenze sulle economie nazionali. Ma anche alla concorrenza sempre più agguerrita nel campo dei social, e ai limiti imposti dai regolatori che delimitano in modo sempre più attento il campo dell’advertising digitale e la possibilità di indirizzare gli annunci pubblicitari ai loro target senza l’esplicito consenso degli interessati.
La lettera al board di Altimeter
Quello che sta succedendo in questo ore era in qualche modo stato anticipato da una lettera indirizzata al COnsiglio d’amministrazione di Meta da Altimeter, che è tra gli investitori di Facebook, e che poco prima della presentazione dell’ultima trimestrale chiedeva nella missiva un’azienda più leggera, meno investimenti nel Metaverso e un focus più attento sulla raccolta pubblicitaria.