IL CASO

Google licenzia l’ingegnere “sessista”. E Assange gli offre lavoro

James Damore aveva scritto che ci sono poche donne nell’hi-tech e nella programmazione “per motivi biologici”. Il fondatore di Wikileaks: “La censura è per perdenti. Venga a lavorare con noi”

Pubblicato il 08 Ago 2017

A.S.

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Il posto di lavoro in Google dell’ingegnere James Damore non ha retto alla bufera sollevata da una sua e-mail accusata di sessismo. Se ai vertici delle grandi compagnie dell’hi-tech ci sono posche donne “c’è una causa biologica – aveva scritto in un testo che ha causato una valanga di polemiche sui media statunitensi – Sto semplicemente dicendo che la distribuzione di preferenze e capacità tra uomini e donna differisce in parte per cause biologiche e che queste differenze possono spiegare perché non c’è una pari rappresentatività di donne nel settore tech e nelle posizioni di leadership”.

Una posizione che è costata a Damore il licenziamento, come ha ammesso lui stesso, dicendo di aver ricevuto il benservito per “aver portato avanti gli stereotipi di genere”, e annunciando la sua volontà di considerare tutte le vie legali contro la decisione.

Secondo il Ceo di Google, Sundar Pichai, l’email di Damore ha rappresentato un’infrazione del codice di condotta della società e dei suoi ”valori di base’: “Sosteniamo il diritto dei dipendenti di esprimersi, e molto del contenuto della email apre un dibattito, anche se la maggioranza dei dipendenti non è d’accordo” mette in evidenza Pichai, precisando pero’ che affermare che un gruppo di colleghi è meno adatto ad alcuni ruoli è ”offensivo e ingiusto”.

Contro la decisone di Google si è espresso Julian Assange, fondatore e numero uno di Wikileaks: “La censura è per perdenti – afferma in un tweet – Wikileaks offre un posto di lavoro all’ingegnere di Google James Damore“.

Il licenziamento dell’ingegnere per sue affermazioni sulla diversità di genere hanno aperto un nuovo fronte di critiche contro Google, attaccata dalla stampa conservatrice e dai difensori della libertà di espressione a tutti i costi.

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