E-HEALTH

Al Bambino Gesù di Roma è ora di telemedicina

All’ospedale pediatrico telemonitoraggio per i pazienti affetti da diabete mellito, fibrosi cistica e patologie cardiache. Eugenio Trozzi: “Miglioriamo la qualità delle cure”

Pubblicato il 17 Dic 2014

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Presentare una serie di esperienze nazionali e alcuni progetti inerenti l’innovazione in telemedicina pediatrica, congiuntamente al confronto con realtà estere. Così l’ospedale pediatrico Bambino Gesù ha promosso la conferenza “Telemedicina e telemonitoraggio per i pazienti in età pediatrica”, prima nel suo genere in Italia, nel corso della quale l’istituto romano ha posto particolare attenzione sulle aspettative che possono determinarsi (il Bambino Gesù annovera un numero importante di pazienti seguiti a distanza).

Tuttavia, affinché la telemedicina sia in grado di esprimere il suo potenziale, è indispensabile che essa stessa dimostri un miglioramento della qualità dell’assistenza e della vita dei pazienti, nonché una riduzione dei costi sanitari. Principi, questi, riconosciuti in pieno dal dottor Alberto Eugenio Tozzi, responsabile dei progetti di telemedicina del Bambino Gesù. “Attraverso il telemonitoraggio riusciamo ad assistere meglio il paziente, osservandolo con più frequenza. Dunque la qualità delle cure può soltanto beneficiarne”, spiega.

Quindi Tozzi entra nel merito delle esperienze presentate. “Si parte dal monitoraggio remoto dei pazienti con dispositivi cardiaci impiantabili. Questi dispositivi microscopici sono posti sotto la cute del paziente con aritmia cardiaca, registrano gli episodi patologici e trasmettono eventuali segnali di allarme al centro di riferimento di cardiologia”. E ancora, l’apporto fornito dalla telemedicina nel trattamento del diabete mellito – “questi pazienti possono ricorrere a piccoli dispositivi portatili capaci di misurare costantemente la glicemia e trasmettere gli esiti al centro di diabetologia”, riprende Tozzi – che quindi precisa: “Tale tipologia di monitoraggio consente di intercettare oscillazioni eccessive della glicemia del paziente così da suggerire un aggiustamento terapico”. Quindi l’incidenza del telemonitoraggio nei pazienti affetti da fibrosi cistica: anche in questo caso i pazienti possono contare su dispositivi da utilizzare per monitorare la funzione polmonare, e spesso alcuni segni di decadimento funzionale possono anticipare sintomi clinici e permettere di prevenire rischiose riacutizzazioni della malattia di base oppure infezioni intercorrenti.

Spazio anche ad esperienze come il monitoraggio e la valutazione a distanza del dolore nei pazienti dimessi dopo un intervento chirurgico. “Un’esperienza, questa, che stiamo conducendo in via sperimentale tramite un’app che consente sia ai genitori sia agli stessi bambini di interagire in tempo reale con l’ospedale”, spiega Tozzi, che punta molto sulla risposta dei pazienti. “Il loro apporto è fondamentale. Da un certo punto di vista lavoriamo insieme”. Quindi il responsabile dei progetti di telemedicina del Bambino Gesù affronta l’annoso tema della formazione. “Attualmente non esiste un iter specifico, stiamo agendo per attivarlo. Le macchine sono di facile utilizzo ma spesso tra gli operatori emergono delle forti resistenze culturali”, conclude.

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