110 milioni di euro all'anno di Business intelligence. Questa
la spesa che la pubblica amministrazione centrale e locale
sosterrà nel prossimo triennio, per un totale di non meno di 350
milioni di euro, pari a circa un quinto della spesa complessiva per
il software applicativo. E' quanto risulta dalle stime
contenute nel rapporto "La Business Intelligence nella
Pubblica Amministrazione" di Nomisma con contributo di
Iconsulting e con il patrocinio di DigitPA.
La situazione della spesa in dotazioni informatiche della pubblica
amministrazione è in leggera contrazione a fronte però di un
sostanziale manitenimento dei costi. Come dice il rapporto:
"La stima della spesa informatica complessiva, ottenuta
sommando la spesa esterna (per l’acquisizione di beni e servizi)
ai costi interni (rappresentati dal solo personale Ict), è
sintetizzata dalla
tavola 5.1. I costi interni, che nel 2010 costituiscono il
21,9% della spesa informatica complessiva (27,3% nelle
amministrazioni centrali e 10,3% negli enti) diminuiscono dello
0,8% rispetto al 2009 (in valore assoluto circa 3,7 milioni di
euro). La spesa esterna, che rappresenta il restante 78,1% della
spesa informatica complessiva (72,7% nelle amministrazioni centrali
e 89,7 negli enti), si riduce dell’1,9% rispetto a quella 2009
(in valore assoluto circa 32,2 milioni di euro)."
Il settore della raccolta e gestione dei dati e il loro governo
attraverso strumenti di Business Intelligence è però uno dei
principali fattori di crescita. Spiega ancora il rapporto infatti
che "le previsioni di crescita nel prossimo biennio riguardano
proprio l’incremento delle dimensioni delle basi dati;
l’ampliamento del numero e della complessità dei servizi erogati
in via telematica; la progressiva unificazione delle basi dati tra
e dentro le amministrazioni; l’implementazione di storage evoluti
per sostenere la business intelligence."