L'INTERVISTA

Candiani: “Una PA cloud first per la svolta Italia”

L’Ad di Microsoft Italia: “L’amministrazione è il vero motore di sviluppo, ma il Paese è in cronico ritardo. Servono soluzioni performanti ed economicamente convenienti per cambiare passo. La nuvola ibrida scelta ideale per colmare il gap”

Pubblicato il 21 Dic 2017

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La PA come motore del Paese, come ecosistema in grado di veicolare intorno a sé la digitalizzazione di imprese e cittadini. È questa la vision dell’Ad di Microsoft Italia, Silvia Candiani, che evidenzia come lo stallo dell’amministrazione è un rischio per la produttività e la crescita dell’Italia. “Una PA all digital non deve essere più un sogno ma diventare realtà in tempi rapidi altrimenti si rischia grosso. Non è più accettabile che gran parte delle amministrazioni resti al palo mentre le imprese procedono a passo spedito. Si crea un’asimmetria competitiva dannosa”, avverte la manager che guida l’azienda dallo scorso settembre.

In Italia sono 20 anni che si prova a fare lo switch off della PA. Si è fatta un’idea del perché l’obiettivo non è stato raggiunto?

A mio avviso è mancata, nel tempo, una visione a tutto tondo di dove andare, un programma condiviso di quello che il Paese ambiva a diventare. Si è optato per un modello decentrato che ha lasciato la digitalizzazione in mano a enti territoriali o anche locali che hanno fatto un buon lavoro, ma senza una messa a sistema questi sono rimasti casi isolati. Il risultato è che abbiamo una sanità che funziona in alcune regioni, una scuola in grado di formare persone realmente competitive sul mercato del lavoro in altre. Ma l’idea di Italia innovativa è rimasta una chimera. È ora di lavorare per la svolta.

Ha in mente in modello da seguire?

La Gran Bretagna ha adottato una strategia cloud first: significa che le PA hanno l’obbligo di valutare soluzioni di tipo cloud nella realizzazione di nuovi servizi. Nel caso di adozione di approcci alternativi hanno l’onere di dimostrare la possibilità di ottenere vantaggi economici tangibili rispetto all’adozione del cloud.

Crede che in Italia sia possibile seguire un modello simile, anche alla luce di quanto previsto dal Piano Triennale?

Ovviamente la replica tout court del modello britannico non è pensabile in Italia così come in qualunque altro Paese. Ogni burocrazia ha delle caratteristiche proprie che vanno valorizzate e difetti che vanno eliminati. Però quello che è accaduto in Gran Bretagna può essere di ispirazione, anche in vista del roll out del Piano Triennale.

Il Piano può essere la chiave di volta?

Certamente rappresenta qualcosa di molto innovativo. Penso a quelli che considero i pilastri ovvero il Sistema Pubblico di connettività, i poli strategici nazionali intorno ai quali aggregare l’innovazione e il cloud, appunto. Nello specifico il cloud, nella sua versione “ibrida” consente una razionalizzazione delle infrastrutture IT in una logica di flessibilità e sicurezza.

Perché fa riferimento proprio al cloud ibrido?

L’hybrid cloud rappresenta una soluzione intermedia fra il cloud privato ed il pubblico – si tratta di un’integrazione fra due infrastrutture – ciascuna con le sue peculiarità, che riesce a mantenere i vantaggi di entrambi i sistemi. Un aspetto da non sottovalutare in un sistema complesso come è la PA italiana.

C’è qualche PA che ha già adottato questo modello?

Corte dei Conti ha attuato un vero e proprio progetto di trasformazione digitale dell’IT a supporto delle attività istituzionali, basato sulla strategia “Mobile First, Cloud First”, che delinea un percorso di crescita progressiva e flessibile del tipo, del numero e della qualità dei servizi offerti grazie a un approccio al cloud di tipo ibrido ed all’adozione di strumenti di lavoro di tipo “mobile”, in linea con le diverse esigenze di business.  Tramite la piattaforma Microsoft Azure l’amministrazione utilizza il cloud non solo per ottimizzare i nostri processi interni, ma anche per condividere questi benefici con altre amministrazioni pubbliche divenendo noi stessi parte di un cloud service provider pubblico di tutta la PA.

Però spesso le PA, soprattutto quelle più piccole, non hanno le risorse necessarie per digitalizzare processi e servizi. In che modo Microsoft risponde alle loro esigenze?

Lavoriamo a stretto contatto con i nostri partner per offrire soluzioni performanti e allo stesso tempo convenienti, cosa che col cloud è più semplice. Dedagroup ha sviluppato Civilia Next la prima piattaforma software italiane totalmente in cloud. Basata su Microsoft Azure, è un sistema informativo integrato che comprende moduli applicativi in grado di rispondere alle specifiche esigenze operative degli uffici. Civilia Next abilita anche la migrazione su Anpr, ad esempio, in modalità plug &play: oggi oltre 700mila cittadini di vari Comuni sono coinvolti. Il successo di questa soluzione racconta come il cloud può diventare abilitatore di innovazione anche laddove mancano le risorse, contribuendo ad eliminare il digital divide che affligge il Paese.

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