EUROPA

Certificati, autenticazione di “default”: la Ue taglia la burocrazia

Adottate le nuove norme per semplificare il riconoscimento dei documenti pubblici: dovranno essere accettati come autentici, anche se ottenuti in uno Stato diverso da quello di origine

Pubblicato il 20 Giu 2016

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La scorsa settimana il Parlamento europeo ha adottato il regolamento proposto dalla Commissione per ridurre i costi e le formalità per i cittadini che devono presentare un documento pubblico in un altro paese dell’Ue: non servirà più far legalizzare i documenti da presentare in un paese diverso dal proprio ma comunque membro dell’Ue.

Attualmente i cittadini che si spostano o vivono in un paese dell’Ue diverso dal proprio devono far legalizzare i loro documenti pubblici, come i certificati di nascita, di matrimonio o di morte, per dimostrarne l’autenticità. A norma del nuovo regolamento, quando si presenteranno documenti pubblici rilasciati in uno Stato membro dell’Ue alle autorità di un altro paese dell’Unione, la legalizzazione non sarà più necessaria.

Una buona notizia per chi si sposta in un altro paese dell’Ue ad esempio per studiare o lavorare, ha commentato Věra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere: “Spesso le procedure burocratiche per presentare un documento pubblico per potersi sposare o ottenere un lavoro nel paese in cui si vive sono lunghe e costose. Oggi abbiamo eliminato questi oneri burocratici per aiutare i cittadini a muoversi facilmente nell’Unione europea”.

Il nuovo regolamento eliminerà una serie di procedure burocratiche: i documenti pubblici (ad esempio i certificati di nascita, di matrimonio o del casellario giudiziale) rilasciati in un paese dell’Unione dovranno essere accettati come autentici in un altro Stato membro senza necessità di legalizzazione (ad esempio con l’apostilla); il regolamento elimina l’obbligo per i cittadini di fornire in tutti i casi una copia autenticata e una traduzione asseverata dei loro documenti pubblici; i cittadini potranno anche usare un modulo standard multilingue, disponibile in tutte le lingue dell’Ue, da presentare come ausilio alla traduzione allegato al documento pubblico per evitare l’obbligo di traduzione.

Il regolamento stabilisce anche tutele contro le frodi: se l’autorità ricevente ha dubbi ragionevoli sull’autenticità di un documento pubblico, potrà verificarla con l’autorità di emissione nell’altro paese attraverso una piattaforma informatico esistente, il sistema di informazione del mercato interno o Internal Market Information System IMI, la soluzione sviluppata all’interno del programma ISA (Interoperability solutions for European Public administrations) finanziato dall’Ue.

Gli Stati membri hanno due anni e mezzo di tempo dalla data di entrata in vigore del regolamento per adottare tutti i provvedimenti necessari per consentire la corretta applicazione della nuova norma. L’impatto di questa semplificazione è considerevole, visto che circa 13 milioni di cittadini dell’Ue vivono in un paese dell’Unione diverso dal proprio. Secondo un sondaggio di Eurobarometro citato dalla Commissione, il 73% dei cittadini europei ritiene che si dovrebbero adottare misure per migliorare la circolazione dei documenti pubblici tra i paesi dell’Ue.

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