RIFORMA PA

Chief digital officer, sarà la volta buona per la PA italiana?

La riforma del Cad stabilisce che sia un ufficio dirigenziale unico, alle dipendenze dell’organo politico, a gestire la transizione digitale. La struttura prevista anche nel vecchio codice non è mai stata creata in nessuna amministrazione

Pubblicato il 22 Gen 2016

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Anche le PA italiane avranno il loro Chief digital officer. L’articolo 15 del nuovo Cad, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri, regola i compiti dell’ufficio unico dirigenziale che si occuperà di gestire la transizione digitale e i “conseguenti processi di riorganizzazione finalizzati alla realizzazione di un’amministrazione digitale e aperta, di servizi facilmente utilizzabili e di qualità, attraverso una maggiore efficienza ed economicità”. Il responsabile dell’ufficio risponderà direttamente all’organo politico.

Il responsabile svolge funzioni di difensore civico digitale e a lui i cittadini e le imprese possono inviare segnalazioni e reclami relativi ad ogni presunta violazione del Cad e di ogni altra norma in materia di digitalizzazione ed innovazione della pubblica amministrazione. Toccherà all’Agenzia per l’Italia digitale pubblicare sul proprio sito una guida al cittadino di riepilogo dei diritti digitali.”

In realtà l’ufficio già era previsto nel Cad del 2006 ma nessuna PA lo ha mai istituito. Sarà questa la volta buona?

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