IN HOUSE

Csi Piemonte verso il commissariamento

L’assessore regionale all’Innovazione Massimo Giordano ritira il piano che prevedeva lo split della società. Pesa lo sbarramento di maggioranza e opposizione in consiglio regionale. L’assemblea dei soci darà mandato per dichiarare l’amministrazione straordinaria

Pubblicato il 22 Ott 2012

F.Me.

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Si fa sempre più difficile il riassetto di Csi Piemonte, la società in house dell’Ict della Regione Piemonte. L’assessore regionale all’Innovazione, Massimo Giordano, ha ritirato il piano che prevedeva lo split di Csi in due entità: una Agency e una Factory. Ora la palla passa all’assemblea dei soci che darà mandato per dichiarare l’amministrazione straordinaria dell’ente ovvero il commissariamento che – stando a quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni – dovrebbe essere composto da una troika in rappresentanza dei soci maggiori: Regione, Comune e Provincia di Torino.

Secondo il piano elaborato dal dg di Cis Roberto Moriondo, dal presidente Stefano De Capitani, e dallo stesso Giordano l’Agency avrebbe dovuto assumere i compiti di indirizzo, governo e controllo mentre a un soggetto separato – la Factory – verrebbero affidati progettazione, realizzazione e gestione delle iniziative.

“La seconda fase – recita il progetto – prevede la dismissione della Factory mediante ingresso totalitario di capitali privati previo conferimento di un adeguato volume di commesse garantite nell’importo (certamente superiore a quello attuale), nel contenuto (di livello e valore aggiunto non inferiore all’attuale) e nella durata (non inferiore a 5 anni secondo quanto previsto dalla legge 135/2012). In questo modo la domanda di servizi in-house da parte degli Enti, si trasforma in un servizio complessivo e integrato che la Agency acquisisce dalla Factory a condizioni competitive e per un durata predefinita. Solo queste condizioni, accompagnate da eventuali vincoli tali da non limitare eccessivamente l’autonomia gestionale dell’imprenditore, potranno assicurare l’esito positivo del collocamento sul mercato”.

L’assessore Giordano ha deciso di fare un passo indietro a causa dello sbarramento di buona parte delle forze politiche sia di maggioranza sia di opposizione. “Più che un passo indietro – precisa l’assessore – lo definirei un passo di lato, proprio per favorire la più ampia convergenza possibile”.

A parlare in nome dell’opposizione Monica Cerutti di Sel. “Abbiamo sollecitato una definitiva chiarezza sulla situazione economica del consorzio, e sulle intenzioni della Regione in merito – spiega – Da una parte infatti abbiamo i problemi reali di cassa degli enti consorziati e dall’altra però la stima di un incremento del volume annuo di attività dell’ordine di 100 milioni di euro, derivanti tutti da commesse pubbliche. Anche noi auspichiamo che si faccia in fretta, definendo un’ipotesi che si basi però su dati certi. La confusione generale, che è alimentata da una gestione fallimentare della Regione, in questo settore come negli altri, fa male solo al Consorzio e ai suoi lavoratori e lavoratrici, che vorremmo invece coinvolti positivamente”.

Csi Piemonte conta 1200 dipendenti e circa 500 collaboratori esterni.

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