PA DIGITALE

D’Alia: “Agenda digitale, la chiave è la formazione del personale”

Il ministro della PA e Semplificazione: “Il piano è una grande opportunità per il Paese. Il governo ha fatto passi avanti”. Ragosa (Agid): “Puntare sulla politica industriale”

Pubblicato il 12 Nov 2013

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L’Agenda digitale è “un tema strategico” da attuare in piena collaborazione, perché “ci troviamo di fronte ad una vera opportunità”. Così il ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Gianpiero D’Alia, nel suo intervento a Digital Government Summit 2013.

Per realizzarla, ha spiegato il ministro, “ci vorranno un paio d’anni di buon lavoro. Abbiamo iniziato bene quindi siamo assolutamente ottimisti”. D’Alia, che ha ricordato come all’interno del ministero che guida convivano l’esigenza di chi si occupa di agenda digitale e quella di chi si occupa di spending review, ha sottolineato la “necessità di un portale unico delle pubbliche amministrazione. Non dobbiamo pensare di avere un orizzonte di tempi lunghi – ha detto – dobbiamo lavorare su un orizzonte di tempi brevi”.

La prima cosa da fare, secondo il ministro, è “formare dirigenti, quadri, tutto il personale pubblico in questo settore. Perchè nella pubblica amministrazione meno del 10% dei dipendenti ha un’età inferiore ai 35 anni ed è un successo se sa usare il fax”.

Secondo il ministro “in questi primi mesi di governo sono state individuate una serie di priorità che vanno dalla costituzione della cabina di regia unica alla nomina di Francesco Caio come commissario straordinario”. E inoltre “si è messo a sistema la governance di tutta una serie di soggetti che si occupano di attuare l’Agenda digitale in Italia”. Insomma, passi avanti, concreti, dopo che in passato “non si era colta appiano il senso rivoluzionario dell’agenda digitale”. Se tutto procederà come dovuto, nel giro in un paio d’anni l’attuazione dell’agenda digitale sarà realtà.

A richiamare l’urgenza di dare attuazione all’agenda digitale anche il presidente della Cassa Depositi e prestiti Franco Bassanini, secondo cui “l’attuazione dell’agenda digitale europea rischia di trovarci in ritardo”.

Per recuperare il gap, secondo Agostino Ragosa, direttore generale dell’Agenzia per l’Attuazione dell’Agenda digitale, il governo dovrebbe puntare sulla politica industriale dell’Agenda digitale destinando parte dei fondi europei previsti dal piano 2014-2020, complessivamente circa 70 miliardi. “Se allocassiomo una decina di miliardi per il digitale cambierebbe tutto a allora si potrebbero anche creare anche migliaia di posti di lavoro”.

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