AGENDA DIGITALE

Dario (Arsenàl): “E-health leva di democrazia sanitaria”

Il presidente del consorzio veneto: “L’innovazione in sanità offre starordinarie opportunità di efficienza dei servizi e riduzione dei costi, ma senza l’impegno delle istituzioni l’Italia rischia di rimanere al palo”

Pubblicato il 25 Mag 2014

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Recentemente la vicepresidente della Commissione Europea Neelie Kroes, aprendo l’eHealth Forum di Atene, ha citato l’Italia come modello virtuoso, sottolineando come nel nostro paese gli strumenti di eHealth permettano di risparmiare un euro per ogni nove spesi in sanità. Qualche giorno prima l’Osservatorio Ict in Sanità del Politecnico di Milano ha presentato dati che dimostrano come in Italia nel 2013 sono crollati gli investimenti in Ict: -11% rispetto al 2012. La digitalizzazione senza una regia regionale non fa risparmiare e non basta a migliorare i servizi. Queste notizie portano ad una riflessione.

Comincia ad affermarsi il concetto di tecnologia stabilizzata anche per quelle applicate al settore sanitario. L’introduzione di alcuni strumenti normativi a supporto delle evoluzioni tecnologico-organizzative favorisce l’estensione dell’accesso dei servizi a tutti i cittadini in maniera universale e democratica. Ad esempio, il fascicolo sanitario elettronico è un elemento fondamentale dell’Agenda Digitale e, se adeguatamente supportato, può diventare occasione per innovare il sistema sanitario. Ciò può avvenire, da un lato, attraverso la consapevolezza degli operatori, dall’altro mediante un attivo coinvolgimento del cittadino nei propri percorsi di cura enella gestione della sua salute.

Le evoluzioni tecnologiche infatti hanno radicalmente trasformato il concetto di accesso ai servizi, modificando modalità, tempi e possibilità di accessibilità e fruibilità. Cito la mia personale esperienza nei servizi sviluppati in Veneto per dimostrare come l’eHealth offra straordinarie occasioni anche e soprattutto al cittadino. Nel 2012 è stato rilevato che sul totale dei referti scaricati online in Veneto il 34%, pari a oltre 2 milioni di referti, viene scaricato in fasce orarie nelle quali gli sportelli non sono aperti.

Un’ulteriore indagine del 2013 condotta a livello regionale su 12.200 utenti del servizio di scarico online dice che otre un terzo di questi supera i 65 anni. Le tecnologie riducono le distanze, fanno risparmiare e spesso eliminano quei tempi di attesa che l’utente non è più disposto a sostenere. Utilità, efficienza, risparmi economici e di tempo le parole chiave di una trasformazione che incide radicalmente sul ruolo del paziente nei propri percorsi di cura.
L’innovazione offre alla sanità la straordinaria occasione di produrre un cambiamento virtuoso, coinvolgendo direttamente il cittadino. Ma, in tale contesto, contraddistinto da benefici e risparmi generati dalla sanità digitale, esiste un elemento fondamentale per la realizzazione di quella che definirei la “democrazia sanitaria” prodotta dall’eHealth.

Oggi i decisori istituzionali hanno una responsabilità evidente nell’ignorare le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica e organizzativa. Nonostante la necessità di riuscire a innovare nella ristrettezza di risorse, per supportare il change management necessario all’evoluzione dei servizi serve passare dal concetto di costo a quello di investimento. Tutto ciò considerando come l’enorme quantità di dati messa a disposizione dall’Ict e dalla rete garantisce al cittadino migliori servizi e percorsi di cura più adeguati in maniera omogenea e diffusa. L’occasione è di offrire uguale e ubiquitario accesso ai servizi al cittadino, senza distinzione, investendo sulla salute e sul suo empowerment. Come da medico ho sempre ritenuto che in medicina scatti una responsabilità professionale se non si applica una tecnica scientificamente riconosciuta, così da amministratore ritengo che i decisori istituzionali devono essere consapevoli della responsabilità che si assumono nel non sposare tale filosofia e di non investire nel loro sviluppo.

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