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E-fattura B2B, semaforo verde dalla Ue. Benzinai banco di prova

Il Consiglio autorizza l’Italia ad introdurre l’obbligo di fatturazione elettronica per le cessioni di carburanti per motori. Ma la deroga è temporanea: dal 1° luglio 2018 al 31 dicembre 2021. Cna chiede sei mesi di proroga. Il via libera consentirà di testare il sistema, che da gennaio 2019 sarà obbligatorio per tutte le transazioni tra privati

Pubblicato il 20 Apr 2018

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Obbligo di e-fattura per i benzinai. Il Consiglio Ue ha autorizzato l’Italia a introdurre l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti i soggetti passivi stabiliti sul territorio italiano – sono esclusi i soggetti passivi che beneficiano della franchigia per le piccole imprese – e a convogliare le fatture nel Sistema di Interscambio (Sdi) gestito dall’Agenzia delle Entrate.

La misura speciale di deroga ha effetto temporaneo, dal 1° luglio 2018 al 31 dicembre 2021: viene così legittimato l’anticipo dell’obbligo della e-fattura per le cessioni di benzina o di gasolio destinati ad essere utilizzati come carburanti per motori. Si tratta di una deroga della direttiva 2006/112/CE sul sistema comune dell’Iva, in base alla quale gli Stati membri accettano come fattura ogni documento o messaggio cartaceo o elettronico che soddisfa le condizioni stabilite per la fatturazione. In deroga a questa norma la Ue autorizza  l’Italia ad accettare come fatture documenti o messaggi “solo” in formato elettronico se sono emessi da soggetti stabiliti sul territorio italiano.

Tra le motivazioni addotte dal nostro Paese per giustificare la misura – e portate davanti alla Ue – quella secondo cui il ricorso alla fatturazione elettronica obbligatoria, in base alla quale le fatture sono presentate attraverso lo Sdi, consentirebbe all’amministrazione tributaria di acquisire in tempo reale le informazioni contenute nelle fatture emesse e ricevute dagli operatori e di fare controlli tempestivi e automatici in merito alla coerenza degli importi Iva dichiarati e versati. Dando un forte input alla lotta all’evasione.

La Commissione, pur riconoscendo un limite temporale alla decisione in deroga (1° luglio 2018 al 31 dicembre 2021), precisa che l’Italia, qualora ritenesse necessaria la proroga delle deroghe deve presentare una relazione che valuta la misura in cui le misure nazionali sono risultate efficaci ai fini della lotta alla frode e all’evasione dell’Iva e della semplificazione della riscossione delle imposte. La relazione dovrà valutare l’incidenza di tali misure sui soggetti passivi e, in particolare, se tali misure aumentino gli oneri e costi amministrativi.

La decisione del governo italiano sulla deroga per i benzinai non era piaciuta ai commercialisti, secondo cui con l’obbligo scoppierà il finomondo. Qualche settimana fa, Roberto Consolo, tesoriere del Consiglio nazionale dei commercialisti, Roberto Cunsolo, lanciava l’allarme: “Si rischia il caos code ai distributori e soprattutto le criticità nell’emissione del documento”

“Si pensi ai tantissimi distributori presenti in Italia, a quelli non appartenenti alle grandi società petrolifere, che fra poche settimane dovranno affrontare le richieste di fattura elettronica – spiegava alcuni gestori avranno l’esigenza di appoggiarsi alle società di servizi bancari, che si stanno proponendo come soggetti intermediari per l’emissione della fattura elettronica e, da quel che ci risulta questi servizi potrebbero costare fino a 50 centesimi a documento“. Secondo Cunsolo una delle soluzioni possibili “è che professionisti, rappresentanti ed imprese si dotino delle ‘multicard’ emesse dalle società petrolifere, ma ciò dovrà avvenire nell’arco di meno di tre mesi. C’è poco tempo”.

In allerta anche Cna che ha costituito una Commissione nazionale di 19 esperti proprio con l’obiettivo di studiare i problemi che derivano dall’introduzione della fatturazione elettronica e di individuare una soluzione ottimale per le imprese e per le istituzioni. Dopo la prima tappa di luglio – per la vendita di benzina e gasolio per motori e per le prestazioni di subappaltatori nel quadro dei contratti di appalti pubblici – da gennaio 2019 l’obbligo sarà esteso a tutte le operazioni business to business e viaggerà attraverso il sistema di interscambio (lo Sdi), lo stesso canale in cui sono già transitate le fatture elettroniche verso la PA e di recente i dati delle comunicazioni delle liquidazioni Iva e quelli per lo spesometro. Cna chiede  un semestre di sperimentazione per l’entrata in vigore della fatturazione elettronica obbligatoria. “Le condizioni poste dall’Europa rafforzano e confermano, implicitamente, le due richieste avanzate proprio dalla Cna cioè la necessità del rinvio della partenza e di un congruo periodo di sperimentazione – si legge in una nota -. È evidente infatti che per le imprese la fatturazione elettronica obbligatoria costringe a sostenere nuovi costi e a mettere in atto sforzi organizzativi ingenti che non possono rischiare di essere vanificati dopo tre anni”.

“Lo ribadiamo – aggiunge la Cna -: oggi è ancora più importante che l’avvio dell’obbligo avvenga solamente quando avremo la relativa sicurezza che tutto possa funzionare regolarmente. È altrettanto fondamentale che l’obbligo anticipato alla fatturazione elettronica della cessione di carburante, che dovrebbe partire dal primo luglio, venga rinviato di un semestre, per avere l’avvio simultaneo del progetto per tutti i soggetti. Va inoltre previsto un semestre di sperimentazione nel quale dovrà essere consentito il doppio regime di fatturazione, su carta e digitale”. “Dobbiamo evitare, lo ribadiamo – conclude -, che tutto si trasformi in un aumento degli oneri e dei costi amministrativi a carico delle imprese”.

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