Il premier Matteo Renzi anticipa dal 6 giugno 2015 al 31 marzo 2015 l’obbligo di fatturazione elettronica dei fornitori della PA locali. Il decreto Irpef varato dal Cdm ha volto imprimere un colpo di acceleratore al processo di digitalizzazione della PA e rendere più certi e tracciati ai pagamento che.
L’anticipazione comporta che entro il 31 dicembre 2014 – tre mesi prima dell’avvio del progetto – dovranno essere individuati gli uffici destinatari della e-fattura così da consentire al Sistema di interscambio di Sogei di recapitare correttamente le fatture. L’identificazione avverrà per mezzo di un codice univoco di ufficio assegnato dall’Indice delle PA (Ipa).
Il decreto prevede anche il registro unico delle fatture. Qui entro 10 giorni dal ricevimento sono annotate le fatture o le richieste equivalenti di pagamento per somministrazioni, forniture e appalti e per obbligazioni relative a prestazioni professionali emesse nei loro confronti.
Il registro deve essere unico per tutto l’ente, in quanto non sono ammessi registri di settore; si prevede anche – forse entrando un po’ troppo nel dettaglio – che il registro costituisce parte integrante del sistema informativo contabile, e al fine di ridurre gli oneri a carico delle amministrazioni, il registro delle fatture può essere sostituito dalle apposite funzionalità che saranno rese disponibili sulla piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti.
L’obbligo di protocollazione e registrazione – salvo modifiche effettuate in sede di conversione – sarà operativo dal 1° luglio, e interesserà tutte le PA: quindi avrà come oggetto le Fatture elettroniche ricevute dalle PA centrali (in cui sarà attiva la FE dal 6 giugno 2014) e le fatture cartacee o in formato PDF ricevute dalle altre PA.
Intanto il 6 giugno la fatturazione elettronica è obbligatoria per i fornitori di ministeri e agenzie fiscali. Secondo i dati rilevati dal Politecnico di Milano ammonterebbero a circa 1,5 miliardi l’anno i vantaggi economici della fatturazione digitale.
Complessivamente, grazie all’introduzione della fatturazione elettronica verso la PA si possono ottenere risparmi diretti di oltre 1 miliardo di euro l’anno, se consideriamo solo gli impatti interni alle PA, e circa 1,6 miliardi di euro l’anno, considerando anche i potenziali effetti positivi sui fornitori della PA stessa. Ma nell’ipotesi che, a partire da questo obbligo, la fatturazione elettronica si diffonda anche solo nel 20% dei rapporti tra imprese si potrebbero conseguire recuperi di efficienza parti ad ulteriori 3 miliardi di euro per il Sistema Paese. Un valore che può crescere anche di circa quattro volte se la digitalizzazione investisse non solo la fattura, ma tutti gli scambi informativi del ciclo dell’ordine. E che arriverebbe addirittura a 60 miliardi di euro di risparmi complessivi nel caso in cui l’adozione fosse estesa a tutte le relazioni tra gli attori economici del Paese, ovvero sia tra le imprese, che tra queste e la PA.
La PA ha messo in campo l’artiglieria pesante per farsi trovare pronta all’appuntamento: Sogei ha sviluppato un’unica infrastruttura di interscambio centralizzata – si tratta dell’Sdi-Sistema di Interscambio della Fatturazione Elettronica – in grado di acquisire le fatture elettroniche da tutti i fornitori e smistarle per via telematica agli uffici destinatari allocati nell’ambito delle amministrazioni. Il sito “FatturaPA”, inoltre, contiene ogni utile supporto tecnico e normativo per la gestione del colloquio con tale sistema.
E per evitare problemi, soprattutto nella fase di start up l’Agenzia per l’Italia digitale ha inserito nella banca dati Ipa 18.712 uffici denominati Uff_eFatturaPA, proprio per evitare che le imprese non possano inviare fatture per inadempienza delle PA. L’Ufficio di fatturazione elettronica “centrale” potrà essere utilizzato dai fornitori per inviare la fattura via Pec agli uffici qualora non riesca ad identificare l’ufficio destinatario di fattura.