“In Sardegna progettiamo di eliminare gradatamente la ricetta tradizionale facendo viaggiare solo le informazioni e non le persone con i supporti cartacei. Si tratta di un obiettivo ambizioso, che richiede l’adesione attiva e coordinata di tutti gli attori: dalle istituzioni ai medici ai farmacisti fino ai cittadini. Per inserirci tra le regioni italiane più digitali”. Parla così l’assessore alla sanità Luigi Arru riferendosi “all’ambizioso progetto”, come lo definisce, di sostituire la ricetta medica tradizionale con quella elettronica. In questo senso la giunta regionale ha stanziato 10,5 milioni di euro, una somma finanziata con fondi comunitari e da spendere nell’arco del prossimo triennio, per la programmazione degli interventi che serviranno alla “dematerializzazione della prescrizione medica e allo sviluppo del fascicolo sanitario elettronico”, da integrare sull’attuale dotazione della linea di attività Por Fesr 2007-2013.
Già dal 20 dicembre 2013, infatti, la direzione generale della sanità presentava al Ministero dell’economia e delle finanze e al Ministero della salute il piano di dematerializzazione della ricetta cartacea per la Sardegna, che sarebbe stato approvato lo scorso 27 giugno. Un piano che prevede l’adeguamento dei sistemi informativi sanitari regionali sia da parte dei medici che prescrivono la ricetta, sia da parte di chi eroga i farmaci e fornisce prestazioni specialistiche. “È chiaro che questo cambiamento non è realizzabile da un giorno all’altro – riprende Arru – ma con la sperimentazione condotta nei mesi scorsi a Samassi, un paese vicino a Cagliari, abbiamo verificato quali possono essere gli impatti sull’organizzazione”. Ad ogni modo il piano prevede di mettere in rete entro il 2015 tutti i medici, di sostituire la ricetta cartacea con quella elettronica – “limiteremo la prima solo ai casi in cui non è possibile fare altrimenti, come per le prescrizioni di stupefacenti o di farmaci per la terapia del dolore”, specifica l’assessore – e di creare una cartella sanitaria individuale per ogni paziente.
“Ad essere interessati sono quasi 1.400 medici di famiglia, oltre 200 pediatri di libera scelta, quasi 600 farmacie – che stanno già collaborando strettamente con noi, in particolare attraverso il loro organo di rappresentanza Federfarma Sardegna – undici aziende sanitarie, 180 punti di guardia medica, oltre 300 ambulatori, per un totale di quasi ventimila persone coinvolte nell’ambito di un processo di cura e assistenza dei cittadini. Cittadini che, nella maggioranza del casi, sono già stati coinvolti nell’iter di informatizzazione che la regione ha intrapreso dal 2006 attraverso progetti come il sistema informativo integrato sanitario regionale, l’anagrafica sanitaria unica regionale, i medici in rete e il sistema dei laboratori unificato”, spiega Arru. Quindi aggiunge: “I miei concittadini hanno già potuto rendersi conto di qualche risultato: dalle tessere sanitarie con microchip con la firma digitale gratuita all’app MonitorPs che garantisce la visualizzazione dei tempi di attesa nei pronto soccorso sardi. E ancora, l’opportunità di pagare il ticket anche agli sportelli delle poste, di scegliere il medico di famiglia online, di prenotare una visita chiamando il numero unico gratuito 1533 scegliendo l’appuntamento nelle strutture pubbliche e private dell’intero territorio regionale”. E quali sono, invece, gli ulteriori vantaggi legati alla telematica? “Entro l’estate del 2015 saranno inserite nella rete della ricetta dematerializzata anche le strutture pubbliche, quali ambulatori e presidi ospedalieri.
Lo strumento più innovativo sarà il Cup-Web, ossia il portale per le prenotazioni online in cui ciascun cittadino potrà scegliere in piena autonomia l’appuntamento che gli è più comodo per la visita specialistica o l’esame prescritto dal proprio medico con la ricetta telematica. Nessuna carta, solo informazioni”, risponde l’assessore alla sanità, che infine tratteggia i benefici che l’amministrazione regionale potrà ottenere da questa innovazione. “Uno su tutti, il risparmio sull’acquisto dei ricettari e sulla loro gestione e smaltimento, con vantaggi sia per le casse regionali sia per l’ambiente. Si pensi che ogni mese in Sardegna vengono emesse circa 1 milione e 850 mila ricette con un costo per la carta filigranata di 4 centesimi ciascuna; in virtù della decisione di avviare la ricetta dematerializzata, la regione ha ridotto il numero di ordinazioni di ricettari di circa il 25% risparmiando concretamente già oltre 2 milioni di euro”.