IL PROGETTO

Coronavirus, il supercomputer Hpc5 di Eni al servizio della ricerca

L’infrastruttura di supercalcolo supporterà gli analisti nell’ambito del progetto europeo Exscalate4CoV guidato dall’azienda biofarmaceutica Dompé. Grazie alla partnership con Cineca, sarà possibile identificare i farmaci, tra quelli noti, più adatti a trattare l’infezione

Pubblicato il 09 Apr 2020

Domenico Aliperto

supercomputer

Eni ha messo liberamente a disposizione della ricerca sul coronavirus le proprie infrastrutture di supercalcolo nonché le proprie competenze di modellazione molecolare, offrendo il contributo di strumenti e risorse di eccellenza nella lotta all’emergenza globale. La decisione si inserisce in una lunga scia di iniziative che il gruppo ha attivato per supportare concretamente la lotta al contagio.

Il progetto europeo Exscalate4CoV

Nello specifico, l’azienda comunica che la collaborazione si svilupperà nell’ambito del progetto europeo Exscalate4CoV guidato dall’azienda biofarmaceutica Dompé, che aggrega istituzioni e centri di ricerca di eccellenza in Italia e altri Paesi europei, al fine di individuare i farmaci più sicuri e promettenti nella lotta al Coronavirus. Eni partecipa alimentando la partnership con Cineca, un consorzio di ricerca non profit nel contesto del quale collaborano università, centri di ricerca nazionali e il Ministero dell’Università e della Ricerca italiano. Il team di lavoro congiunto effettuerà la simulazione dinamica molecolare di proteine virali ritenute rilevanti nel meccanismo di infezione da Covid-19, per identificare, mediante l’impiego di banche dati contenenti 10 mila composti farmaceutici noti, quelli più efficaci. Successivamente si svilupperà un’attività per la ricerca di nuove molecole specifiche anti-virali attraverso lo screening di miliardi di strutture. Eni ha già avviato con Cineca le attività e ha messo a disposizione del consorzio le proprie competenze tecniche e l’utilizzo del sistema di supercalcolo Hpc5, il più potente al mondo a livello industriale. La sua architettura ibrida rende particolarmente efficiente gli algoritmi per la simulazione molecolare.

“In un momento di emergenza globale come l’attuale, dobbiamo mobilitare tutte le risorse disponibili con l’obiettivo di vincere la sfida che abbiamo davanti, e siamo onorati come Eni di poter dare il nostro contributo per provare a trovare delle soluzioni a questa sfida per l’umanità”, commenta in una nota Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni.

Hpc5, le performance del supercomputer di Eni

Lanciato a febbraio, Hpc5 è il nuovo supercalcolatore di Eni, che affianca il sistema precedente (Hpc4) triplicandone la potenza di calcolo da 18 a 52 PetaFlop/s, vale a dire 52 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo, permettendo all’ecosistema di supercalcolo Eni di raggiungere una potenza di picco totale pari a 70 PetaFlop/s. Disegnato per supportare la trasformazione dell’azienda grazie al ruolo sempre maggiore che avrà nel miglioramento dei processi relativi alle nuove fonti energetiche, offre potenzialità di calcolo d’eccellenza, che in questo momento di emergenza saranno a disposizione della ricerca medica. Il supercomputer è ospitato nel Green Data Center di Eni a Ferrera Erbognone, nel Pavese. La struttura è una delle più innovative per l’efficienza energetica a livello mondiale e permette di alimentare Hpc5 anche in parte con l’energia prodotta dal campo fotovoltaico installato presso il centro.

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