IL REPORT

Intelligenza artificiale in sanità: l’Italia oltre la media mondiale

Stando a quanto emerge dal Future Health Index 2023 di Philips, il 74% dei leader sta investendo in AI contro il 59% a livello mondiale. La tecnologia in campo a supporto della diagnostica, per ottimizzare l’efficienza e rendere l’assistenza più efficiente dal punto di visto clinico e operativo. Celli: “Il Pnrr occasione straordinaria ma i fondi previsti da soli non bastano. È necessario uno sforzo a livello di sistema, per mettere a fattor comune competenze e know-how, progettualità e visione strategica”

Pubblicato il 20 Lug 2023

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I player italiani della sanità si stanno dimostrando all’avanguardia nell’adozione dell’intelligenza artificiale (AI) e continuano a fare progressi significativi rispetto alla media europea. Secondo uno studio recente, il 74% dei leader italiani sta attualmente investendo nell’AI, un dato che supera la media globale del 59% e si allinea con la media europea del 77%.
Ciò dimostra che l’Italia è in linea con gli altri paesi europei in termini di impegno nell’intelligenza artificiale nel settore sanitario. Inoltre, il 95% dei leader italiani prevede di continuare o iniziare a investire nell’AI nei prossimi tre anni, superando l’83% della media globale e mantenendosi in linea con la media europea del 90%.

Sono le principali tendenze che emergono dal Future Health Index 2023  condotto da Philips in 14 Paesi, tra cui l’Italia, per analizzare prospettive e priorità, attuali e future, per i leader della sanità e i professionisti sanitari più giovani.

Supportare la diagnostica e ottimizzare l’efficienza operativa

Quando si tratta delle aree di interesse per l’AI, i leader italiani si concentrano sull‘integrazione della diagnostica e sul supporto alle decisioni cliniche, in sintonia con i professionisti sanitari più giovani. Nel prossimo triennio, il 45% dei leader italiani desidera investire nell’AI per ottimizzare l’efficienza operativa, un obiettivo che si allinea con le tendenze europee. Inoltre, il 44% mira a utilizzare l’AI per prevedere gli esiti dei pazienti e il 38% intende investire per il supporto alle decisioni cliniche.

I dati evidenziano che l’AI sta diventando sempre più importante nel settore sanitario italiano, con una chiara volontà da parte dei leader di migliorare l’efficienza e l’accuratezza delle decisioni cliniche attraverso l’automazione e l’analisi predittiva. È incoraggiante poi notare che anche i professionisti sanitari più giovani sono favorevoli agli investimenti nell’AI. Il 69% di loro desidera che le strutture sanitarie investano in tecnologie intelligenti oggi e il 99% prevede di destinare budget all’AI entro tre anni, con una particolare attenzione all’integrazione della diagnostica (47%).

Interoperabilità fra le principali sfide da affrontare

Secondo il report, i leader italiani della sanità italiana sono consapevoli delle sfide da affrontare per raggiungere gli obiettivi di digitalizzazione del Pnrr. Il 25% di loro individua nell’interoperabilità la principale sfida tecnologica da risolvere per garantire il successo dei nuovi modelli di erogazione delle cure, un risultato significativamente superiore alla media globale (17%) ed europea (19%). Le loro opinioni sono condivise dal 22% dai colleghi più giovani, rispetto al 17% a livello globale e al 20% in Europa. Un’altra sfida tecnologica importante, identificata dal 23% dei leader della sanità e dal 20% dei professionisti sanitari più giovani, è attivare un flusso più fluido di dati tra le strutture sanitarie. Entrambi i risultati sono in linea con la media globale, rispettivamente al 19% e 21%.

Oltre un terzo (35%) dei leader italiani della sanità ritiene che uno dei principali fattori di successo per la fornitura di nuove modalità di assistenza sia la disponibilità da parte del personale ad adottare le nuove tecnologie. L’anno scorso, un quarto (27%) dei leader della sanità riteneva che la mancanza di conoscenze da parte del personale fosse un ostacolo all’utilizzo dei dati, mentre il 16% pensava che il personale avesse resistenze all’uso delle nuove tecnologie. Il quadro generale non sembra essere molto cambiato nell’ultimo anno, ma per beneficiare appieno dei nuovi modelli di erogazione delle cure, il personale sanitario deve conoscere e ricevere una formazione adeguata sull’uso delle nuove tecnologie e dei dati.

Necessario uno sforzo a livello di sistema

“Il Future Health Index 2023 offre indicazioni interessanti su come sarà il futuro dell’assistenza sanitaria, sempre più integrata e connessa, con punti di accesso distribuiti sul territorio, al di fuori dell’ospedale. Ed evidenzia il ruolo centrale dell’innovazione digitale e dell’intelligenza artificiale per creare un’assistenza più efficiente dal punto di vista dei costi e dei risultati clinici”, dichiara Andrea Celli, General Manager Philips Italia, Israele e Grecia. “Il Pnrr rappresenta un’occasione straordinaria per realizzare i nuovi modelli di erogazione delle cure che si stanno delineando, ma gli investimenti previsti da soli non bastano. È necessario uno sforzo a livello di sistema, per mettere a fattor comune competenze e know-how diversi e complementari, progettualità e visione strategica. Solo così si può attuare quel processo di digitalizzazione indispensabile affinché il sistema sanitario possa diventare più efficiente e in linea con le nuove aspettative di pazienti e operatori sanitari”.

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