Le aziende sanitarie, soprattutto gli ospedali, custodiscono sia i dati degli operatori sia quelli dei pazienti. Dunque stiamo parlando di una vera e propria miniera di informazioni per gli hacker, che per questo motivo stanno attaccando le infrastrutture sempre con maggiore frequenza. Proprio di recente la piattaforma Websense threatseeker intelligence cloud ha identificato una campagna di phishing che colpisce il settore sanitario, in primis gli ospedali, sottraendo le credenziali degli utenti, congiuntamente al trend di phishing che invece mira alle credenziali aziendali di Outlook.
Partendo da questo punto di appoggio i cyber criminali possono perseguire altri obiettivi ad alto valore, e pertanto inviare messaggi e-mail che sembrano legittimi per ottenere informazioni aggiuntive e accedere all’infrastruttura strategica o ai dati. Allo stesso modo possono sfruttare la buona reputazione degli account compromessi per colpire gli altri contatti all’interno dell’azienda.
La campagna malevola individuata da Websense – il cui servizio cloud email security and content control ha bloccato, lo scorso 12 settembre, meno di 200 messaggi di questo tipo inviati nell’arco di circa un’ora ad un’organizzazione sanitaria degli Stati Uniti – è stata condotta dagli hacker attraverso l’utilizzo di un account compromesso (essendo anche un provider healthcare gode di buona reputazione all’interno dei sistemi di protezione e-mail delle vittime). Da parte loro gli utenti ricevono un messaggio con l’oggetto “Your mailbox account closure”, venendo invitati a cliccare su un link che rimanda all’url “webauthlineoutlweb.url.ph”; collegandosi a questo indirizzo si apre una pagina di login Outlook dall’aspetto legittimo, utilizzata per impadronirsi delle credenziali.
Si tratta di una campagna di phishing che rievoca quanto accaduto poco più di un mese fa negli Stati Uniti, quando la community health systems, che opera in 206 ospedali del paese, annunciava che gli hacker avevano sottratto i dati di 4,5 milioni di pazienti. Il furto di nomi, indirizzi, numeri telefonici e di previdenza sociale riguardava chiunque avesse ricevuto un trattamento dai centri di proprietà del gruppo. In Italia, l’ultimo attacco in ordine di tempo ha coinvolto l’azienda provinciale sanitaria di Trento, provocando il blocco temporaneo dei sistemi.