L'INTERVENTO

Sanità digitale, Catania: “Serve un Piano Salute 4.0”

Il presidente di Confindustria Digitale lancia la proposta di una strategia sul modello del Piano Industria 4.0, che possa imprimere una svolta alla digitalizzazione del settore ospedaliero. E pone tre condizioni: coinvolgimento della leadership politica, collaborazione tra pubblico e privato, formazione dei dirigenti

Pubblicato il 03 Lug 2018

Giorgia Pacino

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Un piano strategico, deciso a livello politico, per la trasformazione digitale della sanità. Meglio se sul modello di quanto avviato nel settore dell’industria. È la proposta lanciata dal presidente di Confindustria Digitale, Elio Catania, dal palco del workshop “Healtcare 4.0: digitalizzazione dell’industria farmaceutica”, organizzato all’Università Campus Bio-Medico di Roma, in collaborazione con Ispe Italia e Gamp.

“Per imprimere una reale svolta non basta la buona volontà dei singoli, ospedali, medici, manager illuminati delle Asl. Serve un progetto complessivo, un ‘Piano Salute 4.0’ che, alla stregua del Piano Industria 4.0, punti a trasformare la catena del valore dell’intera filiera”, ha detto Catania. Per il presidente di Confindustria digitale, la nuova strategia dovrebbe basarsi su tre fattori. “Discesa in campo della leadership politica a livelli più alti, per dare il senso dell’urgenza del cambiamento. Collaborazione sul piano precompetitivo e progettuale fra pubblico e privato. Responsabilizzazione e formazione dei dirigenti”.

La trasformazione digitale della sanità, secondo Catania, richiede la necessità di ridisegnare i processi organizzativi e produttivi, per aumentare l’efficienza dell’intero sistema. Migliorando la qualità delle prestazioni, mettendo sotto controllo la spesa ed eliminando gli sprechi. “È sotto gli occhi di tutti che nella sanità italiana questo sta accadendo solo in termini estremamente frammentati, in assenza pressoché totale di strategie concertate e condivise fra attori territoriali e centrali. Il risultato – ha continuato – è una geografia della sanità digitale a macchia di leopardo, con isole di eccellenza, come l’Università Campus Bio-Medico di Roma, che si confrontano con situazioni territoriali di assoluta arretratezza digitale”.

La Campus Bio-Medico è l’unico nodo nel Lazio di Artes 4.0 (Advanced robotics and enabling digital technologies & systems), il centro di competenza ad alta specializzazione del ministero dello Sviluppo economico. Nel corso del workshop l’ateneo ha presentato il progetto Hansel, che punta al trasferimento tecnologico di competenze dell’automazione industriale negli ambiti ospedalieri e farmaceutici. Hansel integra una serie di tecnologie per creare un ambiente idoneo a test di verifica, attività di show-room e di training per le imprese, oltre che per l’analisi di problematiche di cyber-security.

“Il nostro ateneo si pone da sempre come interlocutore del mondo dell’industria grazie a progetti in diversi settori della ricerca”, ha ricordato il professor Giulio Iannello, preside della facoltà di Ingegneria dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. “Oggi l’evoluzione della farmaceutica nel senso della digitalizzazione, dallo stabilimento fino all’ospedale, è una sfida non più rinviabile: siamo pronti a mettere a disposizione i nostri laboratori e ricercatori, da anni impegnati nel trasferimento tecnologico alle imprese”.

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