AGENDA DIGITALE

Fatturazione elettronica, Agid: “Basta Cassandre, la PA è pronta”

L’Agenzia per l’Italia digitale chiarisce: “Le amministrazioni stanno rispettando le scadenze previste nella comunicazione dei codici ai fornitori”. Via all’Ufficio centrale a cui i fornitori potranno inviare il documento via Pec

Pubblicato il 01 Apr 2014

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“Nessun caos per la fattura elettronica verso la PA annunciato da alcuni profeti di sventura in questi giorni: la PA è pronta per partire il 6 giugno come dettato dal decreto ministeriale n.55/2013″: è quanto spiega al Corriere delle Comunicazioni l’Agenzia per l’Italia digitale.

“Il piano di lavoro, che vede impegnati il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Ragioneria Generale dello Stato, l’Agenzia delle Entrate, Sogei, Consip e l’Agenzia per l’Italia digitale – spiega Agid – ha messo a punto, tra le altre attività, il monitoraggio delle azioni in corso svolte dalle amministrazioni che dovranno essere pronte per giugno 2014 e che ci permette di guardare con ottimismo alla scadenza dettata dalla normativa”.

In fase di avvio della fatturazione elettronica, le pubbliche amministrazioni coinvolte sono i 13 Ministeri, le 3 Agenzie fiscali e i 22 Enti di previdenza e assistenza sociali. Questi 38 soggetti si articolano tuttavia in oltre 15.000 uffici destinatari di fattura elettronica tra dipartimenti e unità periferiche quali ad esempio le scuole statali (circa 9000), i musei e le biblioteche statali, le unità periferiche delle 3 armi della Difesa, l’arma dei Carabinieri (circa 5000), il Comando della Guardia di Finanza, il Corpo dei Vigili del Fuoco e il Corpo forestale dello Stato.

In questo contesto, dal costante monitoraggio eseguito dall’Agenzia per l’Italia digitale, emerge che le Agenzie Fiscali e gli Enti Previdenziali hanno già completato il caricamento degli uffici, nei tempi stabiliti dal decreto (6 marzo 2014) e stanno procedendo alla comunicazione dei codici destinatari di fattura elettronica ai propri fornitori.

“Per quanto riguarda i ministeri la situazione è più variegata e collegata alla complessità organizzativa di ogni amministrazione – spiega Maria Pia Giovannini (Agid) – Nel dettaglio 6 su 13 ministeri hanno completato, nei tempi stabiliti dal decreto, il caricamento degli uffici di fatturazione elettronica e stanno provvedendo, in questi giorni, a comunicare i codici identificativi degli uffici ai propri fornitori, 3 ministeri stanno concludendo il caricamento, i restanti 4 ministeri che presentano una articolazione molto complessa hanno ultimato la ricognizione interna e hanno pianificato il completamento del caricamento degli uffici per le prossime settimane”.

Tre ministeri e una agenzia, inoltre, hanno anche provveduto ad avviare l’utilizzo completo del sistema prendendo accordi con specifici fornitori per l’invio e la ricezione della fattura che in alcuni sono state oggetto di mandato di pagamento completando così l’intero ciclo di trattamento della fattura.

Ad oggi sono stati caricati quasi 10.000 uffici di fatturazione elettronica appartenenti alla pubblica amministrazione centrale che saranno operativi a partire dal 6 giugno 2014. “Se si tiene conto che l’Arma dei Carabinieri sta provvedendo al caricamento dei suoi 5000 uffici possiamo concludere che le amministrazioni hanno dato attuazione ai propri compiti”, chiarisce l’Agenzia.

Per ovviare comunque ad eventuali casi di impossibilità di invio della fattura alla PA da parte dei fornitori, è stato introdotto, sentite anche le associazioni di categoria delle imprese, l’Ufficio di fatturazione elettronica “centrale” che potrà essere utilizzato dai fornitori per inviare la fattura via Pec agli uffici della PA qualora non riesca ad identificare l’ufficio destinatario di fattura.

“In particolare questo Ufficio di fatturazione “centrale” non è un ufficio “fittizio”, ma è un ufficio “reale” che può essere gestito dall’amministrazione al pari di un qualsiasi altro ufficio – spiega ancora Giovannini – L’”Ufficio centrale” non è una imposizione, ma un “servizio” estremamente flessibile che potrà essere eliminato qualora l’amministrazione, dopo aver completato il caricamento di tutti gli uffici, non lo ritenesse utile”.

Le amministrazioni in piena autonomia stanno utilizzando questo strumento per migliore l’efficacia dei propri processi di ricezione della fattura elettronica come ad esempio il Ministero dell’Istruzione che lo ha utilizzato per tra le altre attività per identificare gli istituti scolastici. In molti altri casi l’”Ufficio centrale” sarà utilizzato come ufficio di “back-up” per la gestione delle ristrutturazioni organizzative, in altri come nel caso dell’Inps sarà utilizzato in ottica di “semplificazione” come unico indirizzo elettronico dell’ente per la ricezione delle fatture elettroniche.

La circolare del Mef, infine, completa il quadro delle ulteriori misure introdotte per rendere affidabile la scadenza del 6 giugno senza dover incorrere in decreti mille proroghe. La circolare fornisce le indicazioni necessarie per il corretto adempimento dell’obbligo di fatturazione elettronica e risponde ai numerosi quesiti posti sia dalle pubbliche amministrazioni, sia dai fornitori di queste ultime. In particolare, le indicazioni operative riguardano il termine per il caricamento delle anagrafiche degli uffici adibiti alla ricezione delle fatture elettroniche nell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni, l’emissione della fattura elettronica, il divieto di pagamento in assenza di fattura elettronica e il trattamento dei casi in cui risulti impossibile, per ragioni tecniche, il recapito della fattura elettronica all’amministrazione.

La circolare interpretativa fornisce un importante chiarimento in merito al momento in cui la fattura elettronica si considera emessa. L’art. 2, comma 4, del DM n. 55/2013 stabilisce che la fattura elettronica si considera trasmessa per via elettronica e ricevuta dalle amministrazioni, solo a fronte del rilascio della ricevuta di consegna da parte del Sistema di interscambio. Le fatture non vengono infatti inviate direttamente all’amministrazione committente, ma sono veicolate tramite il Sistema di interscambio, cui i fornitori delle PA sono tenuti a inviare le proprie fatture.

Il Sistema di Interscambio, all’atto della ricezione di una fattura elettronica e una volta superati i controlli previsti per la fattura stessa, provvede ad inoltrarla al competente ufficio dell’amministrazione committente, identificato tramite il codice univoco riportato nella fattura medesima.

In funzione dell’esito di tale inoltro, il Sistema di interscambio rilascia al soggetto che ha inviato la fattura una ricevuta di consegna, nel caso in cui l’inoltro abbia avuto esito positivo, ovvero una notifica di mancata consegna, qualora l’inoltro abbia avuto esito negativo. In nessun caso il Sistema di interscambio rilascia un documento comprovante il mero ricevimento della fattura.

Nel caso in cui l’inoltro all’amministrazione committente abbia avuto esito positivo, la conseguente ricevuta di consegna recapitata al soggetto che ha inviato la fattura è sufficiente a provare sia l’emissione della fattura elettronica, sia la sua ricezione da parte della PA committente.

Nel caso in cui l’inoltro all’amministrazione committente abbia avuto esito negativo, il soggetto che ha inviato la fattura riceve dal SdI una notifica di mancata consegna, che è sufficiente a provare la ricezione della fattura da parte del SdI, e conseguentemente l’avvenuta trasmissione della fattura da parte del soggetto emittente verso il SdI.

Pertanto, conclude la circolare, la fattura elettronica può darsi per emessa anche a fronte del rilascio da parte del Sistema di interscambio della notifica di mancata consegna.

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