IL FLOP

Finisce il “sogno” Verybello. E il Mibact molla pure il dominio web

Chiude i battenti la creatura voluta da Franceschini per rilanciare il turismo in Italia. Ma potrebbe “rinascere” sotto nuove spoglie: il dominio è stato acquisito da Alicom Swiss

Pubblicato il 13 Gen 2017

Federica Meta

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Finisce in sordina la storia di Verybello. Il portale creato dal ministero dei Beni Culturali per rilanciare l’immagine dell’Italia nel mondo e bettezzato in occasione con Expo 2015. Il dominio, che fino al mese scorso era intestato al Mibact, è stato lasciato scadere alla fine del mese scorso ed è stato immediatamente registrato da una società privata, AlicomSwiss, che ha pubblicato una pagina di raccolta indirizzi e-mail con la promessa: “Il nuovo sito presto online”.

Il sito era stato oggetto di numerose polemiche online per la realizzazione considerata da molti addetti ai lavori poco professionale. Critiche che avevano causato la risposta stizzita su Twitter del ministro Franceschini che invece ne lodava il gran numero d’accessi del primo giorno: il 24 gennaio 2015 in sole 6 ore Verybello aveva registrato circa 500mila accessi.

Con questo progetto online il Mibact aveva intenzione di replicare su scala nazionale il lavoro fatto per Expo 2015 e creare il portale degli eventi in Italia ad uso e consumo dei turisti stranieri. Ma l’abbandono del dominio è solo la fine di una storia non proprio fortunata, come testimoniano le pagine social che nel corso di tutta la durata dell’attività sono riuscite a coinvolgere poche migliaia di “like”.

L’ennesimo flop della promozione turistica digitale, dopo quello ben più costoso di Italia.it che non ha mai trovato una sua identità – l’intenzione era quella di farlo diventare una piattaforma che di prenotazione oltre che di promozione – e ora è diventato solo un sito vetrina.

Da settembre 2014 Italia.it è passato nelle mani di Enit. Una storia travagliata quella di Italia.it nonché costosa: dal 2009 sono stati spesi per la realizzazione e gestione del portale 9 milioni e 425mila euro dei 10 milioni messi a bilancio fino al 2012, che si vanno ad aggiungere ai 45 milioni già spesi sullo strumento web al momento della sua nascita nel 2007.

La prima versione di italia.it lanciata nel 2007 riuscì a scatenare una vera e propria rivolta della rete: blogger, web design e publishing di giorno in giorno scovavano e segnalavano bug, errori e disservizi. Nacquero blog che monitoravano costantemente il caso come The Million Portal Bay e Scandalo Italiano; fu organizzato il Barcamp “rItalia” all’Università Bicocca, per discutere e confrontarsi sul tema della ri-progettazione del portale senza costi, sul modello collaborativo di Linux.

Insomma, dopo 11 mesi di contestazioni e la richiesta alla Corte dei Conti, il primo gennaio 2008, arrivò l’inevitabile chiusura del sito. Il testimone passa a Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo nell’ultimo governo Berlusconi che il 15 gennaio 2009 firma con ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta un protocollo d’intesa: verranno infusi 10 milioni di euro nella realizzazione del nuovo portale. È l’inizio di una nuova epoca: “il nostro sarà un portale emozionale” dichiaravano Berlusconi e Brambilla “l’obiettivo è quello di portare il turismo al 20% del Pil”. La Roadmap del progetto riporta ad un innovativo modello basato su informazione, promo-commercializzazione e partecipazione, capace di “superare il vecchio modello di promozione turistica pubblica che basa la comunicazione esclusivamente sulle informazioni generiche e spesso astratte relative alla destinazione (paesaggi, spiaggia, arte, patrimonio)”, diceva Brambilla. Un portale 2.0 con elementi di social network (possibilità di lasciare recensioni, valutazioni, aprire blog, partecipare a chat e forum), wiki, strumenti di tour planning, una web TV e servizi mobile

La versione beta viene lanciata il 15 luglio 2009 ma, anche questa volta, la risposta della rete è impietosa. La versione definitiva va online nel mese di dicembre dello stesso anno, ma il lungo iter verso l’annosa creazione del portale termina ufficialmente il 17 novembre 2010, giorno dell’esito del bando di gara per la gestione dei contenuti. Nell’ottica di implementare gli strumenti di promozione e rafforzare il “brand Italia”, vengono realizzati joinitaly.com, una community per “raccogliere e divulgare informazioni di interesse turistico riguardanti il territorio nazionale” e italyvisitsyou.com, il portale legato all’iniziativa Magic Italy Tour, il tour europeo in 18 tappe pensato per promuovere l’immagine dell’Italia all’estero. E arriviamo, dunque, al 2012 quando la gestione dei contenuti passa a Unicity tramite contratto da parte di Promuovitalia rescisso nell’estate 2014 con cosneguente passaggio all’Enit.

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