IL RAPPORTO

Istat: uffici Ict, Regioni in pole

Sono 21 su 22 gli enti regionali già dotati di un organico ad hoc; i Comuni sono 80 su 100. Nelle PA locali di maggiori dimensioni aumenta l’uso di smartphone e tablet

Pubblicato il 27 Mag 2013

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Gran parte delle amministrazioni locali più grandi risultano dotate di uno specifico ufficio dedicato all’Ict: nel 2012 erano 21 Regioni e Province Autonome su 22 e 80 su 100 Comuni con più di 60.000 abitanti contro 6 Comuni ogni 100 tra quelli fino a 5000 abitanti. E’ quanto emerge dal report Istat “Ict nella Pubblica Amministrazione locale”.

Le funzioni Ict vengono gestite da personale interno in sette amministrazioni su 10 mentre circa nove su 10 ricorrono a fornitori privati; le Regioni, più degli altri enti, si avvalgono anche di fornitori controllati o partecipati dall’ente (72,7%). Nel settore dell’offerta di servizi Ict, 25 società, cui appartengono circa 3.400 addetti, sono direttamente e unicamente controllate da Regioni e Province Autonome.

Per quanto riguarda le dotazioni tecnologiche, quelle “di base” – secondo l‘Istat – sono alla portata di tutti gli enti locali ma i divari dimensionali e organizzativi hanno effetti sull’adozione di tecnologie più sofisticate come quelle mobili: 70 Comuni su 100 tra quelli più grandi e appena otto su 100 di quelli più piccoli utilizzano dispositivi mobili (tablet, smartphone, netbook). Tuttavia, in termini di penetrazione delle suddette tecnologie, le differenze si riducono rispettivamente a 4 dipendenti e a 2 dipendenti che utilizzano dispositivi mobili su 100.

Il 98% degli enti che si connettono a Internet utilizza tecnologie almeno xdsl; tuttavia tali tecnologie, soprattutto nei Comuni e nelle Comunità montane, consentono di raggiungere velocità superiori o uguali a 2 Mbs soltanto, rispettivamente, nel 75 e nell’80 per cento degli enti on-line.

Cresce, anche se lentamente, l’utilizzo di alcune tecnologie volte a ridurre i costi della Pubblica amministrazione, come il ricorso al Voip e all’e-procurement (+7%), l‘open source (+6%), l‘e-learning (+5%); tuttavia permangono differenze sostanziali tra enti di diversa ampiezza demografica.

Per alcune attività correnti quali la gestione della contabilità, dei pagamenti, dei tributi e, per i soli Comuni, dell’anagrafe e stato civile, si raggiunge una buona informatizzazione in rete e un buon livello di integrazione tra diversi applicativi. Altre attività, quali la gestione del provveditorato, dei contratti e delle gare di appalto rimangono poco informatizzate in rete.

Il sito web già dall’anno 2009 è diffuso in quasi tutti gli enti locali ma nel 2012 migliora la possibilità per l’utenza di inoltrare on-line modulistica e di avviare a conclusione per via telematica l’intero iter relativo al servizio richiesto on-line. Il giudizio sull’impatto delle tecnologie nella pubblica amministrazione locale è sostanzialmente positivo.

Infine le elaborazioni su dati provenienti dal Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (Siope) rivelano che nel 2011 la spesa per l’Ict sostenuta dalle amministrazioni locali è stata pari a circa lo 0,7% delle spese totali e che da essa deriva una spesa Ict per abitante pari a 28 euro.

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