LA LETTERA

Italia digitale, ecco il bilancio di Luca Attias

In vista del suo nuovo incarico alla guida del Dipartimento per la Trasformazione digitale, il commissario delinea quanto fatto in questo anno di attività e quali le sfide che lo attendono

Pubblicato il 30 Dic 2019

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Luca Attias lascia il ruolo di commissario straordinario al Digitale e battezza il 2020 con un nuovo incarico alla guida del neo-nato Dipartimento per la Trasformazione digitale. In una lettera elenca le azioni messe in campo e le sfide che lo attendono. La pubblichiamo di seguito.

Carissimi,

il mio entusiasmante viaggio come Commissario per l’Agenda Digitale, che è cominciato a ottobre 2018, si sta per concludere come previsto il 31 dicembre 2019.

Termino il mio mandato con una buona notizia: il Governo ha accettato la raccomandazione di Diego Piacentini di continuare l’attività e ha costituito un Dipartimento per la trasformazione digitale, e perfino nominato un Ministro ad hoc. Il Team per la Trasformazione Digitale, che ho avuto l’onore di guidare in questo anno, aumenterà il numero di esperti dal prossimo anno ed entrerà a far parte del nuovo Dipartimento.

Sebbene io sia stato nominato da un altro Governo, gli attuali leader politici hanno riconosciuto che la trasformazione digitale è un programma a lungo termine che non ha colore politico.

In linea con i principi dell’Agenda Digitale dell’UE, abbiamo pubblicato nel maggio 2017 il Piano Triennale per la Trasformazione Digitale e ottenuto risultati concreti.

Abbiamo fatto ripartire e contribuito – in collaborazione con altre amministrazioni e aziende pubbliche – alla crescita di progetti esistenti come l’Anagrafe Unica (ANPR), i pagamenti digitali con PagoPA, l’identità digitale Spid, la Carta d’identità elettronica; al tempo stesso ci siamo impegnati nel lancio di nuove iniziative quali l’introduzione del principio di open source nella Pubblica Amministrazione, i servizi di progettazione, gli strumenti di comunicazione e condivisione, il catalogo API, le nuove linee guida per l’acquisizione di beni e servizi tecnologici.

Un aggiornamento dettagliato dei progetti è disponibile sul sito teamdigitale.governo.it.

Abbiamo, inoltre, in vista la fase di rilascio di un progetto che ritengo possa essere un punto di svolta nella semplificazione della vita dei cittadini italiani: io.italia.it, un’app facile da usare che col tempo consentirà la gestione di tutte le interazioni con le amministrazioni sia locali che centrali, implementando così tutti i principi del Piano d’azione di eGovernment dell’Ue: Digital by default, Once-only, Apertura e trasparenza dei dati e dei processi amministrativi, Interoperabilità, Affidabilità e sicurezza, Inclusività e accessibilità, Cross-border by default.

Abbiamo sottoscritto un importante protocollo d’intesa con la Corte dei conti che già ha garantito risultati molto significativi, ma che in prospettiva potrebbe costituire una chiave di volta per il processo di trasformazione digitale dell’intera PA.

Abbiamo avviato una significativa iniziativa di inclusione digitale tout court chiamata Repubblica Digitale, che sta riscuotendo un consenso e un numero di adesioni oltre qualsiasi previsione.

Abbiamo instaurato un solido rapporto con la Sna per far sì che tutti i dipendenti pubblici assimilino l’importanza della trasformazione digitale.

Siamo solo agli inizi, e c’è ancora tanto da fare.

Non siamo contenti di alcuni risultati: 5.3 milioni di residenti italiani con Spid è un numero ancora basso, anche se crescente; la migrazione dei migliaia di data center locali, insicuri e costosi, in una soluzione rappresentata da un mix di cloud e da un limitato numero di data center nazionali (Poli Strategici) è in ritardo.

Crediamo, tuttavia, di aver tracciato una nuova linea d’azione per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione italiana e di aver creato un modello scalabile e dei processi ripetibili.

Come ricorderete, Diego Piacentini affermava di aver sperimentato la difficoltà della “trasformazione digitale”: pensava di aver solo scalfito la superficie (a mio avviso scalfire la superficie era l’impresa più difficile!). Ma sosteneva anche di aver provato la soddisfazione nel fare qualcosa di utile, nonostante la famosa e frequente obiezione “questo non è possibile nel settore pubblico”. Diego ne parlava nel documento “I nostri primi due anni”. Beh, una parte di quei suggerimenti sono diventati realtà in questo anno, a partire dalla fondamentale costituzione della società PagoPA, una società pubblica, vigilata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri o dal Ministero delegato, che ha come obiettivo la diffusione di servizi pubblici digitali, che vogliamo siano sempre più facili da usare e vicini ai bisogni dei cittadini. Siamo fermamente convinti che PagoPA possa diventare un gioiello sia dal punto di vista del modello di business che dal punto di vista tecnologico e manageriale, riconosciuto in Europa.

Lascio questo ruolo, nella speranza di essere l’ultimo dei Commissari straordinari per il digitale pubblico, con la forte convinzione che, seppur rimanga ancora molta resistenza, i cambiamenti che abbiamo messo in moto siano ormai irreversibili. Il Governo dovrà però pensare in grande e, raccogliendo l’eredità della gestione straordinaria del Commissario e del Team, creare una “governance del digitale” permanente, moderna, snella, dotata di potere decisionale, budget appropriato, capacità di investimento, capitale umano competente e tecnologicamente avanzato. La fattibilità dovrà essere sempre il primo requisito. Ne parlava già Piacentini nel documento “Strategia per il futuro”, pubblicato poco più di un anno fa.

Ringrazio i miei colleghi, i numerosi dipendenti pubblici, i dipendenti di aziende private, i politici e tutti i numerosi cittadini che mi hanno sostenuto negli ultimi 14 mesi.

Ho incontrato e collaborato con menti brillanti e persone di grande dedizione. Lavorare nel Team per la Trasformazione Digitale è stata una delle esperienze più significative ed entusiasmanti della mia vita lavorativa e non finirò mai di ringraziare tutti i ragazzi che ne hanno fatto parte.

Si chiude un ciclo e se ne apre uno nuovo che mi auguro possa essere ancora più duraturo, stabile e di successo. Come forse già sapete il Ministro Paola Pisano, d’intesa con il Presidente Conte (che dal primo giorno ha sostenuto con grande convinzione l’intero progetto), mi ha fatto l’onore di proporre il mio nome per  guidare il neo Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel ringraziare Paola per la fiducia, vi confesso che se non facessi parte di questo nuovo progetto avrei scommesso certamente nella sua riuscita, ma la mia presenza mi costringe ad essere un po’ più cauto e scaramantico nelle affermazioni.

Devo un ringraziamento speciale a Roberto Chieppa, Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a Laura Castelli, Viceministro dell’Economia e delle Finanze, e a Federico D’Incà, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme, senza il cui contributo non avremmo mai raggiunto certi risultati.  

Negli ultimi due anni ho avuto l’opportunità e il piacere di condividere pubblicamente la mia visione e le mie esperienze, positive e negative; è stato uno scambio produttivo per il quale desidero ringraziare tutti, anche e soprattutto i critici che ci hanno aiutato a correggere i nostri difetti.

Chi di voi, quattordici mesi fa, ha avuto la fortuna di leggere l’analoga lettera di Diego Piacentini si sarà accorto di un mio “palese scopiazzamento”; ciò sta a significare, sia che sono un maniaco del riuso, sia che ho ritenuto fondamentale agire, per quanto nelle mie possibilità, in assoluta continuità con il mio illustre predecessore.

Spero che continuerete a seguire e raccontare le attività del Team per la Trasformazione Digitale.

I miei migliori auguri,

Luca

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