Con il via libera del consiglio dei ministri arrivato ieri al disegno di legge delega sul pubblico impiego la riforma della PA del Governo Renzi assume una forma definita e si avvia, entro i mille giorni annunciati dal premier, a diventare realtà con la conversione e il voto in aula. “Una rivoluzione copernicana”, l’ha definita il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, illustrando i principi del piano anti-burocrazia: “Alla fine del percorso, alla fine dei mille giorni, sarà la pubblica amministrazione ad andare a casa del cittadino e non viceversa”. A partire dai certificati on line, con la possibilità di scaricarli, o che saranno inviati a domicilio entro 24 ore.
Soltanto poche settimane fa il Cdm aveva approvato l’altra “gamba” della riforma della PA, il decreto che tra le altre cose introduceva e normava la mobilità obbligatoria per i dipendenti pubblici, e che sta iniziando il suo percorso in aula.
Lo scopo del disegno di legge è la semplificazione dell’organizzazione del lavoro e del rapporto con i cittadini, e nell’articolato è previsto anche il potere a Palazzo Chigi di sostituirsi ai ministeri che non mettano a punto in tempo i provvedimenti attuativi di loro competenza.
E proprio sui provvedimenti attuativi che ancora non sono stati emanati sta lavorando una task force al ministero dell’Attuazione del programma. “Da un’analisi dettagliata, ha detto ieri Renzi – ci sono 752 leggi da disciplinare: 286 di Monti, 304 di Letta e 162 nostre, il 60% delle quali in scadenza. All’inizio di ogni Consiglio dei ministri – ha precisato – il responsabile dell’attuazione del Programma individuerà nome e cognome del ministro responsabile. E’ inutile fare leggi se non si applicano, è allucinante”.
La legge delega è divisa in tre parti principali: quella sull’organizzazione della PA, quella sulle norme sul personale e quella sulle semplificazioni”.