Letta: “PA, nel 2014 sito unico per valutare la trasparenza”

L’annuncio del presidente del Consiglio: “Bisogna rendere pubblica tutta l’azione di governo: obiettivi, risultati e spese. Avanti tutta sugli open data”

Pubblicato il 11 Dic 2013

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“Nel 2014 entrerà in funzione un contatore della semplificazione per verificare e valutare le performance della pubblica amministrazione”. Lo ha detto il premier Enrico Letta nel suo discorso alla Camera. “Il Governo deve agire in modo trasparente, chiarire le politiche pubbliche che persegue, rendere conto del loro stato di attuazione – ha spiegato – Per questo, stiamo costruendo, analogamente a quanto fatto nel Regno Unito, un sito unico del Governo, delle agenzie e degli enti pubblici strumentali, in cui siano riportate, in modo dettagliato, le politiche pubbliche con gli obiettivi e i risultati attesi, le azioni adottate e gli adempimenti da assumere con la relativa tempistica. Tutti i materiali dovranno essere open data. Più trasparenza significa responsabilità sociale: vale per le imprese, deve valere per lo Stato”.

Il governo si impegna dunque sulla trasparenza che non è ancora un “must” nella PA di casa nostra. Nonostante siano passati otto mesi dall’entrata in vigore del decreto sulla trasparenza. Secondo la Bussola della Trasparenza restano ancora lontani gli obiettivi del provvedimento che obbliga gli enti ad aggiornare “in modo tempestivo” e in formato rielaborabile tutte le informazioni, comprese quelle sui redditi degli amministratori, sui compensi ai dirigenti, ai consulenti e agli amministratori, sulle modalità per accedere agli uffici, sui bandi di gara e sugli enti vigilati e le società partecipate.

La classifica della Bussola vede al primo posto solo tre ministeri su 12, 33 Province su 107, 1.970 Comuni sugli 8mila monitorati. Gli altri arrancano: chi sta costruendo giorno per giorno la piramide delle informazioni, chi in questi sei mesi è rimasto al palo, chi come il Miur sta aggiornando il vecchio sito. Per esempio sono oltre 3.400 i Comuni fermi a zero nell’attuazione (compresi quelli che non hanno travasato i vecchi contenuti della sezione “Trasparenza, valutazione e merito” nella nuova “Amministrazione trasparente”).

l velo sui costi della politica è caduto finora in 35 amministrazioni su 100. La medaglia d’oro va agli enti del Piemonte, adeguati per oltre la metà, con il Comune di Torino, tra gli altri, che già dal 2010 vanta un’anagrafe dettagliata degli eletti, mentre l’ultimo posto appartiene al Trentino Alto Adige, che però grazie all’autonomia può trovare formule diverse di adempimento di questa legge che resta comunque “principio fondamentale” per tutti.

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