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Osservatorio Oksi: solo il 2% dei dirigenti scolastici è “digitalizzato”

Secondo i dati dell’Osservatorio Oksi, in anteprima per il Corriere delle Comunicazioni, la strada è ancora in salita anche se la stragrande maggioranza dei dirigenti ritiene fondamentale lasciarsi la carta alle spalle. Registro di classe e docenti le due “aree” di intervento prioritarie

Pubblicato il 15 Gen 2014

A.S.

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La stragrande maggioranza dei dirigneti scolastici è consapevole del fatto che nella scuola sia importante lasciarsi alle spalle la carta. Ma nonostante questo il passaggio a “paperless” procede a piccoli passi. Se soltanto il 2% dei dirigenti usa un sistema di gestione documentale digitalizzato, il 41% pensa che il principale campo di intervento siano il registro di classe e dei docenti, mentre i principali ostacoli sono per il 28% del campione la mancanza di dotazioni tecnologiche, per il 24% nei costi della transizione e per il 22% le “resistenze interne al cambiamento”. Infine, il 66% degli intervistati vede nella dematerializzazione una possibilità per risparmiare “molto” o abbastanza” in materiali di cancelleria.

Sono i risultati dell’indagine sulla dematerializzazione nel mondo della scuola condotta dall’Osservatorio Kion Scuola Innovazione (Oksi) di Kion, società del Cineca specializzata in Tecnologia per la Didattica, su un campione di 200 dirigenti scolastici a capo di istituti italiani di ogni ordine e grado, che il Corriere delle Comunicazioni publica in anteprima.

Il maggior beneficio attribuito alla dematerializzazione è quello del risparmio della carta e dello spazio necessario agli archivi fisici (36%), seguito dalla possibilità di accedere più rapidamente alle informazioni (22%), dall’alleggerimento burocratico delle amministrazioni (13%) e dalla prevenzione del degrado e dello smarrimento dei documenti (12%).

Oltre al registro di classe, gli ambiti prioritari della dematerializzazione sono quelli dei certificati degli studenti (23%), le comunicazioni con le famiglie (22%) e, infine, gli archivi delle verifiche (12%).

Interrogati su quali sia il livello di dematerializzazione del proprio istituto in ciascun ambito (“nullo”, “minimo”, “discreto” o “elevato”), il 58% ha considerato “elevato” quello relativo al registro di classe, il 44% quello delle comunicazioni con le famiglie, il 23% quello dei certificati degli studenti e il 13% quello degli archivi delle verifiche. “Il dato sul registro di classe appare in netto miglioramento rispetto ad un’analoga indagine condotta la scorsa estate – spiegano da Kion – quando il 55% di chi adottava soluzioni di registro elettronico era ancora in una fase di utilizzo parziale o sperimentale”.

“Dall’indagine – si legge nello studio – emerge la mancanza di un approccio coordinato nell’uso attuale di strumenti digitali, intesi come agenti della dematerializzazione: viene infatti indicato il ricorso al sito web (36%), al protocollo elettronico (35%) e al registro elettronico (24%), ma solo il 2% dichiara di usare una soluzione di gestione documentale, vero fulcro della dematerializzazione intesa come controllo dell’intero ciclo di vita dei documenti associati, non solo di singole fasi, e quindi di semplificazione amministrativa”.

“Il decadere dell’obbligo di formazione, che interessava fino a poco tempo fa non solo il corpo docente, ma anche il personale amministrativo a tutti i livelli – afferma Mario Rusconi, vicepresidente nazionale Anp e membro del comitato scientifico dell’Oksi – ha lasciato le professioni della scuola orfane di una guida importante. L’onere è oggi a carico delle amministrazioni locali e delle singole associazioni: questo purtroppo fa sì che nel nostro paese convivano, a macchia di leopardo, esempi eccellenti di innovazione ed efficienza e testimonianze di grande arretratezza dove purtroppo mancano i fondi o la volontà di informare”.

“I cambiamenti incontrano sempre delle resistenze, anche quando portano miglioramento – commenta Cesare Contarini, Rettore e Preside dell’Istituto Vescovile Barbarigo di Padova e membro del Comitato Scientifico dell’Oksi – E’ un fatto connaturato alla natura umana e vale in tutti i contesti. Ritengo quindi che sia incoraggiante il fatto che “solo” il 22% dei dirigenti scolastici si confronti con delle importanti resistenze culturali interne. Più in generale, questi dati sembrano dimostrare che non esistono ostacoli davvero insormontabili e che, nonostante le difficoltà ancora presenti, l’evoluzione verso la dematerializzazione nella scuola è non solo possibile, ma anche vicina”.

“C’è una diffusa consapevolezza sull’importanza della dematerializzazione – afferma Vittorio Ravaioli, amministratore delegato di Kion – Al contempo, percezioni relative a costi elevati, dotazioni tecnologiche o problematiche di sicurezza denotano una cognizione approssimativa di come, oggi, l’innovazione tecnologica possa aiutare le scuole con soluzioni e servizi di cloud computing in grado di sollevarle, a costi accessibili e in totale sicurezza, da qualsiasi onere legato alla gestione di infrastrutture”.

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