INNOVAZIONE

PA digitale, allarme di Colao: “Oltre il 90% dei server non è sicuro”

Il ministro: “Bisogna accelerare sul Polo strategico nazionale. Entro giugno i primi progetti dei partner privati”. Ma avverte: “Serve investire sulle competenze”

Pubblicato il 07 Giu 2021

vittorio_colao

Allarme sicurezza per i server della PA. Lo ha lanciato il ministro della Transizione digitale, Vittorio Colao. “Abbiamo il 93-95% dei server della Pubblica amministrazione che non è in condizioni di sicurezza. Non possiamo andare avanti così, servono cloud più sicuri – ha spiegato Colao nel suo intervento al Festival dell’Economia di Trento – Entro giugno i possibili partner privati ci dovrebbero dare i loro progetti per le chiavi di sicurezza”, ha aggiunto, spiegando che “bisogna andare verso il cloud con un Polo strategico nazionale”.

In questa prospettiva è necessario garantirsi autonomia tecnologica. “Sta nascendo una nuova tecnologia, ‘Open ran’, dobbiamo aiutare le start-up con investimenti per avere giusta quota di supporto”, ha aggiunto. Queste nuove tecnologie devono essere studiate e sviluppate anche dai nostri ricercatori e nostri scienziati. Non e’ solo un tema di non prendere i cinesi”, ha sottolineato il ministro. Occorre “cominciare oggi ad incoraggiare i nostri ricercatori e le nostre università a guardare anche a questo settore per stabilire delle eccellenza europee, ma spero anche italiane”. Quanto all’attuale concorrenza cinese e statunitense, “quando uno ha più scelta, tutto diventa più facile”.

Al contempo è cruciale investire in formazione tecnologica dentro e fuori la PA. “Perché i giovani non si avvicinano alle materie scientifiche capaci di innovare tecnologicamente? Occorre investire nella parte ricerca, ma soprattutto di impiego. Abbiamo un dovere anche nei confronti dei dipendenti pubblici, in materia di aggiornamento di chi c’è – ha puntualizzato – Così si innescherà un circolo virtuoso con chi entrerà con il Pnrr: serve mettere insieme l’esperienza con le nuove energie. Le università ci dovranno aiutare, per evitare corpi estranei che tra cinque anni se ne andranno”.

Per la presidente dei senatori di Forza Italia, Annamaria Bernini “l’allarme del ministro Colao sulla quasi totalità dei server della Pubblica amministrazione in condizioni di precaria o nulla sicurezza è di una gravità inaudita”.

“Il governo sta correndo ai ripari, col Polo strategico nazionale, dopo anni di mancati investimenti su sistemi e personale, ma un’ammissione del genere fa venire i brividi per i rischi che corrono insieme Stato e cittadini, nel momento in cui l’uso dei portali amministrativi diventerà sempre più diffuso e obbligatorio per accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione – ha detto Bernini – In questa situazione, i cyber-attacchi possono rubare i nostri dati e le credenziali di pagamento, oppure bloccare gli stessi servizi pubblici erogati. Ma il rischio maggiore oggi è che sistemi pubblici poco sicuri possano compromettere anche le attività di distribuzione dei vaccini, già da tempo nel mirino degli hacker. Ci aspettiamo dunque una forte iniziativa per ripristinare una situazione di normalità: un sistema colabrodo è infatti una minaccia per i dati sensibili dei cittadini, che rischiano di diventare merce venduta a peso d’oro nei mercati illegali del dark-web”.

I dubbi di Fratelli d’Italia

Dall’opposizione invece si lancia l’allarme sull’eccessiva presenza di big tech straniere nei comitati consultivi del governo. “La transizione verso la tecnologia cloud della pubblica amministrazione sarà il principale tema delle politiche della digitalizzazione del prossimo decennio- evidenzia infatti Federico Mollicone, deputato e responsabile Fdi, Federico Mollicone – Chiediamo che l’Italia, come avvenuto in altre nazioni europee, adotti un sistema a controllo pubblico, anche con eventuale uso di tecnologia straniera di provenienza occidentale, se necessaria, ma con totale indipendenza nella gestione dei dati. Ne va della sovranità digitale”.

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“Le gare per i servizi cloud – aggiunge – dovranno essere svolte in completa trasparenza e concorrenza. Fdi, da opposizione patriottica, vigilerà. Risulta dalla composizione dei comitati consultivi per la transizione amministrativa, presso il ministero della Funzione Pubblica, e per la Pa digitale, che consiglia il ministro Colao, una sovrarappresentanza di dirigenti d’azienda apicali delle piattaforme digitali e delle big tech, anche di quelle che parteciperanno, inoltre, alle gare per il cloud”. “Non vorremmo che nell’allocazione delle risorse, anche del Piano nazionale di ripresa e resilienza, possano essere privilegiate le aziende multinazionali digitali che, ora, consigliano il governo Draghi. Presenteremo un question time ai ministri coinvolti”, conclude.

Il modello trentino

In occasione del confronto con il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e l’assessore provinciale allo sviluppo economico, Colao ha spiegto come il Trentino può essere un modello per l’Italia digitale. “Il Trentino può partecipare al disegno nazionale della ricerca in molte aree, dall’intelligenza artificiale alla cyber security fino alle tecnologie quantistiche” sono state le parole del ministro Colao, durante la sua visita all’interno della sede a Povo. Il ministro Colao ha espresso particolare interesse rispetto a ciò che la Provincia autonoma di Trento ha fatto in ambito sanitario attraverso la digitalizzazione dell’anagrafe dei pazienti: “Un’iniziativa notevole: replicare questo modello è per il Governo una priorità”. L’assessore Spinelli ha confermato la “disponibilità del Trentino a mettere a disposizione del Paese conoscenze, capacità acquisite e tecnologie sviluppate sul territorio in tema di sanità 4.0 e intelligenza artificiale, grazie agli investimenti compiuti all’interno dei nostri centri di ricerca. Confidiamo che questo confronto possa avere uno sviluppo positivo per il bene e lo sviluppo della nostra terra. Un ruolo fondamentale sarà giocato ovviamente da Fbk e dall’Università degli studi di Trento che, secondo il ministro Colao “Può diventare un polo attrattivo che rientra poi nella strategia generale del Paese, anche grazie ad una densità di ricercatori più alta rispetto alla media italiana ed europea e ad un ambiente splendido”.

Smart working nel post pandemia

“Andiamo incontro ad un modello misto, un modello di lavoro a distanza che permetterà alla gente di non essere angosciata per essere al lavoro alle 8. Ma ci sono anche elementi si socialità del lavoro e culturali da tenere in considerazione. Dobbiamo stabilire un quadro normativo e giuridico – ha detto il ministro – Come Governo stiamo dando incentivi sia al mondo pubblico che privato, ed è essenziale ovviamente che le infrastrutture ma sono importanti anche il cambiamento culturale e l’abitudine a questi metodi misti di lavoro, si pensi anche alle università. Ci sono anche delle opportunità, io sono un grande sostenitore di un futuro che mette insieme il meglio dei due mondi”. Sugli aspetti culturali dello smart working, ha proseguito Colao, “non vorrei tornassimo indietro sulla qualità del lavoro femminile, dobbiamo essere attenti in particolare sulla gestione dei pregiudizi”

Focus sulla global tax

“Penso che sia stato un grande giorno: per la prima volta si va verso una omogeneità della tassazione internazionale – ha commentato – E’ l’inizio di un grande percorso, 15 o 21% va bene tutto, è un percorso che per la prima volta vede un accordo per andare verso una direzione comune di equità del gettito fiscale”.

“Le multinazionali quelle buone lo vogliono perché così sono a posto”. Quanto alla digital tax italiana “quando sarà approvata quella nuova” non servirà ma “il percorso di approvazione è lungo, ho piena fiducia che il ministro Franco dirà quando non ce ne sarà più bisogno”. Tornando sulla percentuale minima del prelievo, Colao ha spiegato che la scelta del 15% “è intelligente perché chi è al 5%, i piccoli Paesi, avranno un incentivo a far partire il percorso. Per la prima volta viene stabilito un elemento di giustizia ed equità crossborder sulla tassazione. l’Europa non è indietro, ci abbiamo provato e grazie a Janet Yellen ci siamo riusciti”.

A Forum PA 2021  riflettori puntati sulla trasformazione digitale del Paese

Lo sviluppo sostenibile del paese passa necessariamente dalla definizione di una nuova, coerente ed efficace politica per l’innovazione volta a trasformare la PA in chiave digitale e sostenere la competitività delle imprese. Per questo motivo, il 27% delle risorse totali del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono destinate alla transizione digitale del sistema-paese nel suo complesso.

In questo scenario il 22 giugno, dalle 14 alle 18, a Forum PA insieme al ministro della Transizione digitale Vittorio Colao si analizzeranno le principali linee di intervento rivolte alla digitalizzazione della PA (cloud, interoperabilità dati, servizi digitali, cyber-sicurezza), al potenziamento delle infrastrutture digitali e della connettività a banda ultra e all’ammodernamento del settore produttivo (transizione 4.0, ricerca e sviluppo, internazionalizzazione, ecc.).

Per maggiori info e per iscriversi https://forumpa2021.eventifpa.it/it/event-details/?id=9802

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