IL DOCUMENTO

PA digitale: Confsal, Cisal e Confedir firmano il Patto di Brunetta

Dopo Cgil, Cisl e Uil altre tre sigle sindacali aderiscono alla strategia per innovare il lavoro pubblico: riflettori su smart working e competenze digitali. Il ministro: “La mia intenzione è costruire un percorso di rinnovamento con tutto il mondo del pubblico impiego”

Pubblicato il 30 Mar 2021

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Si allarga la platea dei sindacati che aderiscono al Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale. Oggi il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha firmato a Palazzo Vidoni il documento con le confederazioni sindacali Confsal, Cisal e Confedir. La firma arriva dopo quella del 10 marzo scorso con i confederali Cgil, Cisl e Uil.

“Sono contento di questa adesione – ha sottolineato il ministro – La mia intenzione è costruire un percorso di rinnovamento con tutto il mondo del pubblico impiego. La coesione sociale è fondamentale per accompagnare il rilancio e l’attuazione del Next Generation Eu e per rendere il capitale umano pubblico protagonista della ripresa”.

Cos’è il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico

Il patto rappresenta il campo base da cui partire per inserire nuove generazioni di lavoratrici e lavoratori nella PA e per delineare azioni efficaci di valorizzazione delle persone tramite piani di reskilling e upskilling.

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Un focus particolare è dedicato allo smart working: nella PA la sfida è la messa a regime in vista della fine dell’emergenza sanitaria. In questo senso governo e sindacati si impegnano a definire nei futuri contratti collettivi nazionali una disciplina normativa ed economica del lavoro agile che superi l’attuale assetto emergenziale, garantendo condizioni di lavoro trasparenti e conciliando le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con quelle delle pubbliche amministrazioni. Priorità anche alle tutele e ai diritti come quello alla disconnessione, alla formazione come diritto soggettivo e alla tutela dei dati personali.

Già attraverso il rinnovo dei contratto del 2019-2021 si provvederà alla rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze, in collaborazione con Aran. Saranno disegnate politiche formative di ampio respiro, con particolare riferimento alle competenze informatiche e digitali e a specifiche competenze avanzate di carattere professionale.

Sia per quanto riguarda lo smart working sia per la formazione sarà valorizzato il ruolo della contrattazione integrativa.

Saranno infine implementati gli istituti di welfare contrattuale, anche con riferimento al sostegno alla genitorialità e all’estensione al pubblico impiego delle agevolazioni fiscali già riconosciute al settore privato per la previdenza complementare e i sistemi di premialità.

Il Governo emanerà in tempi brevi gli atti di indirizzo all’Aran per il riavvio della stagione contrattuale: i rinnovi interessano 3,2 milioni di dipendenti pubblici per un aumento medio di circa 107 euro.

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