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PagoPA diventa Spa, ecco la “Sogei” dell’e-payment

Istituita la società interamente partecipata dallo Stato che si occuperà di sviluppare la piattaforma sotto la viglianza della Presidenza del Consiglio dei ministri. Inglobati anche il progetto IO e la Piattaforma Digitale Nazionale Dati. Attias: “Cambio di paradigma per la PA digitale”

Pubblicato il 31 Lug 2019

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Nasce la Spa dei pagamenti digitali. Con la firma da parte del notaio, lo scorso 24 luglio, è stata ufficializzata l’istituzione della società (interamente partecipata dallo Stato) che ingloberà tutte le attività di PagoPA, la piattaforma di pagamenti pubblica. La “Sogei dell’e-payment” era stata normata con Dpcm che attuava quanto previsto dal Dl Semplificazioni, poi passato al vaglio della Corte dei Conti.

Oltre che lo sviluppo e la gestione della piattaforme di e-payment , la nuova società prende in carico anche la realizzazione della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (Pdnd, precedentemente Daf), prevista dal Piano Triennale, e soprattutto lo sviluppo del progetto IO, per l’app dei servizi pubblici in Italia.

Nella Spa transiteranno buona parte degli esperti del Team Digitale guidato da Luca Attias che, in un post su Medium, spiega il senso di questo progetto. “Oggi annunciamo un traguardo raggiunto dopo tre anni di lavoro, un traguardo che è anche l’inizio di un nuovo percorso – evidenzia Attias insieme a Giuseppe Virgone – la piattaforma per i pagamenti digitali della Pubblica Amministrazione pagoPA diventa una società per azioni partecipata interamente dallo Stato, sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un nuovo soggetto, pronto a diventare un asset strategico per il nostro Paese, per la definitiva diffusione dei pagamenti digitali, per dare spinta alla digitalizzazione dei servizi pubblici e un impulso allo sviluppo economico del Paese”.

Tre i motivi per cui è stato individuato in una società per azioni interamente partecipata dallo Stato il soggetto ideale per continuare a far crescere i pagamenti digitali verso la PA.

Il primo: una società deve rispondere alle regole del mercato. “Ciò vuol dire che deve avere autonomia e sostenibilità economica, lavorare in modo efficiente e competitivo e soprattutto essere in grado di attrarre talenti, valutando le persone solo in base alle effettive competenze”, si legge nel post.

Inoltre il mercato dei pagamenti evolve continuamente, spesso in modo rapido e imprevisto. “Per sopravvivere pagoPA deve essere in grado di muoversi in modo dinamico, con meccanismi diversi rispetto a quelli di una Pubblica Amministrazione”, spiegano Attias e Virgone.

Infine per crescere e dare impulso al mondo dei pagamenti digitali pagoPA deve agire con una forte autorevolezza, che può essere garantita solo da una società che abbia focus e competenze specifiche su questo particolare settore.

“Da oggi l’obiettivo della nuova società è sviluppare al meglio la piattaforma, con i migliori strumenti tecnologici e strategici, e grazie ai migliori talenti, per renderla sempre più forte sul mercato – concludono – Ovviamente, trattandosi di una società partecipata dallo Stato, il fine non sarà diventare un competitor di altre aziende che lavorano nel mercato dei pagamenti digitali, ma sarà, al contrario, quello di cercare di stimolare e far crescere questo mercato, creando nuove opportunità per tutti i Prestatori di Servizi di Pagamento (Psp)”.

PagoPA infatti, nel solco della normativa europea Psd2, apre a tutte le Pubbliche Amministrazioni la possibilità di utilizzare tutti i Prestatori di Servizio di Pagamento, lasciando al cittadino la scelta e creando opportunità per l’intero settore.

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