FORMAZIONE

Quali e-skill per la PA digitale? Te lo dice “Syllabus”

In occasione di Icity Lab 2018 presentato il documento del Dipartimento della Funzione Pubblica con le competenze digitali di base per i dipendenti pubblici. Il testo a consultazione per 60 giorni

Pubblicato il 18 Ott 2018

people in a computer network

Niente digital transformation nella PA senza competenze appropriate. In occasione di Icity Lab 2018, Salvatore Marras, responsabile Area Innovazione Digitale Formez PA, ha presentato al pubblico per la prima volta il Syllabus, il documento del Dipartimento della Funzione Pubblica che definisce le competenze digitali auspicate per chi lavora nella pubblica amministrazione.

Nei prossimi 60 giorni sarà sottoposto a una consultazione per migliorarlo con l’obiettivo di definire una base comune e condivisa di conoscenze, abilità e capacità tecnologiche e d’innovazione necessarie per tutti i dipendenti pubblici, anche quelli non specialisti IT, e promuovere l’autovalutazione dei dipendenti. Grazie a un sistema di assessment online, infatti, ogni amministrazione potrà rilevare in maniera omogenea il livello di competenze digitali del personale per mappare le esigenze e avviare eventuali azioni di formazione e accompagnamento.

“Lo sviluppo di competenze digitali – spiega Gianni Dominici, dg di FPA – insieme a cambiamento organizzativo e adozione di strumenti di collaborazione in grado di supportare anche le amministrazioni più piccole sono i temi principali su cui le città devono lavorare per accelerare il processo di trasformazione verso il modello di smart sustainable responsive city: una città che fa ricorso alle tecnologie per produrre, elaborare e condividere informazioni per processi di innovazione istituzionale, culturale ed organizzativa”.

Filo conduttore della manifestazione, che si chiude oggi a Firenze, è la governance collaborativa come leva di sviluppo delle smart city: un metodo e una “filosofia”  che promuovano la collaborazione tra soggetti diversi, in grado di raccogliere la grande mole di dati prodotti in ambito urbano e utilizzarli per costruire servizi innovativi anche in ottica sostenibilità può consentire alle città italiane di diventare realmente “Smart”.

Oltre alla tecnologia digitale, cioè, la sfida per l’innovazione delle città passa dunque da un nuovo modello organizzativo dei Comuni che preveda collaborazione con cittadini e altre istituzioni locali.

“La sfida per creare città realmente smart, passa dalla trasformazione digitale abbinata a una governance collaborativa – spiega Dominici – ovvero la capacità delle amministrazioni di sviluppare e governare progetti di crescita condivisi con i diversi stakeholder territoriali, pubblici e privati. In questo senso, nuove infrastrutture innovative e nuovi paradigmi tecnologici devono permettere di creare un ambiente abilitante per modelli di governance e servizi sempre più efficienti ed inclusivi”.

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