L'INIZIATIVA

Smartphone in classe, ecco la guida. Parola d’ordine: “responsabilità”

Dal Miur 10 regole sull’utilizzo dei device per aumentare le possibilità di apprendimento. La ministra Fedeli: “La scuola si fa promotrice del cambiamento, ma i ragazzi vanno accompagnati”. A Bologna via a “Futura”: tre giorni di iniziative per fare il punto sullo stato di attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale

Pubblicato il 19 Gen 2018

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Smartphone  a scuola? Arriva il decalogo del Miur. Le regole per il buon uso dei device a supporto dell’apprendimento sono presentate oggi a Bologna in occasione di “Futura”, la tre giorni di iniziative formative, dibattiti, racconto di buone pratiche voluta da ministero dell’Istruzione. Le regole, messe a punto da un team di esperti chiamati da Viale Trastevere, stabiliscono che non si possano effettuare chiamate o inviare messaggi in classe ma si possono usare geolocalizzazione, social network e app per momenti come visite ai musei, gite e lezioni interattive.

Il decalogo stabilisce cosa si può fare e cosa rimane proibito; quando accendere lo smartphone; come evitare i furti, come non discriminare chi non ha un cellulare intellogente e come non scatenare la corsa all’ultimo modello.

“Il digitale aiuta conoscenza e apprendimento solo se guidato da persone preparate e competenti e non lasciando ragazzi da soli di fronte a qualunque tipo di device – ha detto il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, a margine dell’eventi di aetura di “Futura” – Noi abbiamo una grande responsabilità sapendo che questa straordinaria innovazione fa trovare moltissime informazioni in rete che nessuno di noi ha avuto disposizione prima ma – ha aggiunto – informazioni non è automaticamente autorevolezza e certificazione delle fonti per cui puoi trovare tantissime fonti che si spacciano per scientifiche e non lo sono”. Quindi i ragazzi vanno accompagnati: è necessaria una nuova alfabetizzazione digitale”.

La parola chiave del decalogo è dunque responsabilità: nei dieci punti si fa riferimento ad essa quando si parla della   necessità sia di “insegnare a usare bene e integrare nella didattica i dispositivi”, di “regolamentare le modalità e i tempi dell’uso e del non uso”, promuovendo “l’autonomia” degli studenti “. Altra parola cruciale è consapevolezza: consapevolezza che la è la didattica che guida l’uso competente e responsabile dei dispositivi anche rafforzando la collaborazione scuola-famiglia.

Per scaricare a terra quanto previsto dal decalogo il Miur rimanda all’autonomia degli istituti che dovranno adottare una propria “Politica di uso accettabile (Pua) delle tecnologie digitali” nonchè avere a disposizione connessioni in grado di reggere. Il piano nazionale per la scuola digitale ha messo sul piatto un miliardo e 200mila euro, ne sono stati spesi la metà.

Della guida ad un uso responsabile e mirato all’apprendimento degli smartphone si parla a Bologna dal 18 al 20 gennaio  dove va in scena “Futura”, una tre giorni di iniziative pensata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e realizzata in collaborazione con il Comune di Bologna per fare il punto sui temi del Piano Nazionale Scuola Digitale (Pnsd) e sulla sua attuazione, a due anni dall’introduzione avvenuta con la legge 107 del 2015. Il Piano ha stanziato oltre un miliardo di euro per promuovere l’innovazione all’interno delle scuole in termini di metodologie didattiche, di competenze da offrire alle nuove generazioni, di formazione dei docenti, di infrastrutture. L’evento di Bologna sarà lo spunto per guardare al futuro della scuola, ma anche per consentire alle migliori esperienze di raccontarsi e di confrontarsi in un’ottica di arricchimento reciproco.

“Futura” sarà un’occasione di studio, di riflessione, di confronto, di definizione di interventi, di scambio sull’innovazione digitale al servizio del sistema di istruzione e formazione italiano. In una dimensione sia nazionale che internazionale. Durante “Futura” tutte e tutti i partecipanti potranno imparare e conoscere, approfondire e acquisire nuove competenze attraverso esperienze pratiche.

“Il futuro invade Bologna -spiega la ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli – e lo fa attraverso un grande evento dedicato alla scuola che si mette in gioco, che si fa promotrice del cambiamento, che si chiede come sostenere le nuove generazioni nel loro percorso di crescita, che le orienta e fornisce loro contenuti e strumenti per governare i tempi che verranno. Una scuola che si rinnova nelle metodologie didattiche, negli spazi di apprendimento, trovando nel digitale la sua strada verso un domani di sviluppo sano, equo e sostenibile. Le giornate di ‘Futura’ saranno una straordinaria occasione di protagonismo delle idee, delle ambizioni di tutte e tutti coloro che compongono la comunità scolastica. Un’occasione di studio, di lavoro e di ricerca. Di festa. Perché stiamo ponendo le basi di un cambiamento necessario e ormai irrimandabile. E lo stiamo facendo attraverso le migliori risorse a disposizione del Paese: le nostre giovani e i nostri giovani”.

Piazza Maggiore, Palazzo Re Enzo, Palazzo D’Accursio, la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, l’Urban Center: tutta Bologna sarà teatro di innovazione, scenario e coprotagonista di attività, laboratori, atelier, incontri, gare che coinvolgeranno studentesse e studenti, insegnanti e animatori digitali (figure nate proprio con il Piano Nazionale Scuola Digitale), dirigenti scolastici, formatori, esperti, imprese, cittadine e cittadini.

Saranno oltre 200 i workshop di formazione gratuita, prevista e istituita dalla legge 107 del 2015, tenuti da circa 100 formatori, ai quali potranno partecipare fino a 6.800 tra docenti e dirigenti scolastici. Oltre 400 gli istituti scolastici che si sono già candidati a partecipare alle iniziative in programma, articolate in sette differenti aree dove sono previsti: incontri istituzionali, conferenze, appuntamenti con testimonial, la condivisione delle migliori pratiche, gare di robotica e droni, fablab, esperienze di realtà immersiva. Oltre 3.000 i metri quadri che saranno ‘invasi’ dalla scuola digitale per tre giorni.

Al centro dell’incontro, il punto sul Pnsd, i risultati dei gruppi di lavoro ministeriali sull’uso dei dispositivi personali in classe e sulle metodologie didattiche innovative. Ma non solo: come difendersi dalle fake news? Come prevenire e contrastare fenomeni come il cyberbullismo? Come introdurre il pensiero computazionale negli ordinamenti scolastici? Come diffondere etica, tecnologia e consapevolezza digitale come base per una piena cittadinanza? Come portare creatività ed educazione all’imprenditorialità in ogni scuola? Saranno questi i temi che verranno discussi con insegnanti, esperti, rappresentanti delle istituzioni, mondo delle associazioni e delle imprese.

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