C’è molto “digitale” nella spending review del commissario Carlo Cottarelli. Il piano presentato, infatti, contiene anche un dettaglio dei risparmi della digitalizzazione della PA: si tratta complessivamente di 1,1 miliardi di euro per il 2015 e 2,5 nel 2016. Riportando le stime dell’Agenzia per l’Italia digitale, Cottarelli evidenzia che, sempre per il 2016, si registreranno risparmi pari a 936 milioni derivanti dalla diffusione della fatturazione elettronica 936 milioni, a 1320 milioni da pagamenti elettronici e 300mila dalla razionalizzazione dei Ced.
Il risparmio derivante dalla razionalizzazione dei centri elaborazione dati “si riferisce alla sola amministrazione centrale, prevedendo una riduzione dagli attuali 78 a 4-5. Il risparmio sarebbe molto più alto se si concentrassero in circa 60 Ced gli attuali 11mila Ced di tutte le amministrazioni pubbliche – avverte Cottarelli – Il risparmio addizionale annuo stimato sarebbe di circa 1,6 miliardi ma si realizzerebbe solo al di là del 2016 e richiederebbe investimenti di 2,5 miliardi per il periodo 2014-20”.
Sempre sul versante PA la spending review evidenzia la necessità di sfruttare il fatto che gli acquisti effettuati su convenzioni Consip comportano in media un risparmio del 24%, anche se la spesa presidiabile da Consip o altre centrali di acquisto è circa la metà del totale. In questo contesto le misure da mettere in campo riguardano un cambiamento strutturale sui nuovi contratti con una drastica riduzione numero centrali appaltanti da 32.000 a 30–40 per acquisti “sopra soglia”. Sui contratti già in essere, invece, Cottarelli annuncia controlli su quelli al 31 luglio 2014 per acquisto di beni e servizi e corrispondenti tagli di stanziamento per il 2014 basati su indicatori Consip di centri di spesa meno virtuosi. Il commissario stima dunque risparmi pari a 0,8 miliardi nel 2014, 2,3 nel 2015 e 7,2 nel 2016.
“Riducendo drasticamente i tempi di pagamento della PA (oltre ad eliminare il debito) – spiega il commissario nel piano – i risparmi potrebbero essere più significativi. Occorre completare il piano della Ragioneria Generale dello Stato (Rgs) per ridurre i tempi di pagamento di tutte le pubbliche amministrazioni entro i 30-60 giorni”.
Focus anche sulla pubblicizzazione telematica degli appalti pubblici dalla quale si prevedono risparmi di 0,8 miliardi nel 2014, nel 2015 e nel 2016. “La legge italiana (non le norme comunitarie che sono più generiche) richiede pubblicazione di ogni bando e risultati di appalto eccedenti euro 200.000 su quotidiani, oltre che sulla Gazzetta Ufficiale – si legge nel piano – con un costo stimato per le pubbliche amministrazioni almeno 200 mln (riflessa in maggior prezzo per gli acquisti)”. La nuova normativa richiederebbe pubblicazione solo su siti internet (per esempio della regione corrispondente) e riduzione costo pubblicazione Gazzetta Ufficiale (da compensare con riduzione costi Poligrafico Stato).
Secondo Cottarelli anche la trasparenza può essere una leva di risparmio. La pressione dell’opinione pubblica è essenziale per evitare gli sprechi – spiega il commissario – Occorre accelerare la pubblicazione di banche dati”. Ad oggi solo la banca dati del Mef sulle partecipate locali è aperta mentre quella delle Amministrazioni Pubbliche della RGS, ora aperta a varie PA, è prevista essere aperta al pubblico in primavera. Ma serve anche l’apertura completa al pubblico della banca dati dell’Autorità di Vigilanza sul Contratti Pubblici e quella Sose sui costi standard. Il principio generale è che tutto deve essere disponibile online tranne quello che è esplicitamente designato come strettamente confidenziale per ovvi motivi.