PA DIGITALE

Spid al via da gennaio, Madia: “Disponibili 300 servizi”

L’annuncio del ministro della PA e Semplificazione: “Con il pin unico la PA sarà più semplice”. Parte anche l’Anagrafe unica: Cesena e Bagnacavallo i Comuni pilota, coinvolti 110mila cittadini

Pubblicato il 17 Dic 2015

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“Da gennaio 2016 i cittadini potranno avere il pin unico, che partirà con 300 servizi digitali di Inps, Agenzia entrate, Inail e Comuni e Regioni che hanno aderito all’iniziativa. Il nostro obiettivo è far aderire tutte le amministrazioni al piano Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale). Lo ha annunciato la ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, ospite di un videoforum su Repubblica.it. Intanto nel Cdm in agenda il 22 dicembre si discuterà appunto di Spid.

Spid è il nuovo sistema di login che permetterà a cittadini e imprese di accedere con un’unica identità digitale ai servizi online della PA e dei privati che aderiranno.

L’identità Spid è erogata dai gestori di identità digitale, aziende che rispondo alle regole emanate da AgID, che dal 15 di settembre 2015 potranno fare richiesta di accreditamento. Esisteranno tre livelli d’identità SPID. Cittadini e imprese saranno liberi di scegliere il gestore e il livello di identità che desiderano ricevere e utilizzare, a seconda del livello di sicurezza dei servizi on line ai quali vorrà accedere.

Quando, cittadini e imprese potranno accedere ai servizi on line delle amministrazioni tramite SPID? Quando verranno erogate le prime identità digitali SPID?

Agenzia delle Entrate, Inail, Inps, Regione Piemonte, Friuli Venezia e Giulia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana e Marche sono le prime amministrazioni che implementeranno il nuovo sistema di login già a partire da gennaio 2016. AgId accompagnerà tutte le amministrazioni pubbliche che entro 24 mesi dovranno permettere l’accesso ai propri servizi digitali tramite Spid.

Insieme allo Spid il governo sta spingendo anche sulla realizzazione dell’Anagrafe unica: da lunedì 14 dicembre l’Anagrafe unica nazionale è una realtà per oltre 110 mila italiani residenti nei due comuni apripista: Cesena e Bagnacavallo, entrambi in Emilia Romagna.

Nome, cognome, data e luogo di nascita, domicilio, stato civile saranno disponibili in una forma standard, così da poter essere archiviabili in una baca dati valida su tutto il territorio italiano e consultabili in tempo reale dalle amministrazioni che hanno più interesse a vigilare sul registro degli italiani: Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, ministero degli Esteri.

Il progetto dell’Anagrafe unica della popolazione residente (Anpr), questo il suo nome ufficiale, è inserito anche nell’Agenda per la semplificazione, sotto il capitolo “cittadinanza digitale”. Oltre alle informazioni tradizionali c’è la possibilità di indicare il “domicilio digitale”, che per ora coincide con la Posta elettronica certificata ma vista l’evoluzione tecnologica potrebbe anche prendere la forma di un’app.

L’obiettivo è arrivare a sostituire le 8 mila anagrafi attuali, tante quante sono i comuni italiani, con un solo mega database entro il 2016. E la prossima tappa è fissata per febbraio del prossimo anno, quando migreranno nell’Anpr altri 23 comuni, in grado di spostante sull’elenco unico oltre 2,3 milioni di cittadini. Per metà anno faranno il loro ingresso anche Roma e Milano e a quel punto la nuova Anagrafe sarà popolata da oltre 6,5 milioni di persone.

Entro l’anno l’operazione dovrà essere completata con i quasi 60 milioni di italiani presenti sul registri unico, almeno stando alla tabella di marcia del Governo, che si avvale del sostengo dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid).

Ma cosa cambierà per il singolo cittadino? Innanzitutto si potrà richiedere il certificato anagrafico o di stato civile anche da un comune diverso da quello di residenza, si potrà fare il cambio di residenza dovunque ci si trovi. Il comune eviterà di chiedere più volte lo stesso documento, visto che diventerà possibile lo scambio di informazione in tempo reale tra le diverse amministrazioni. D’altra parte l’anagrafe si trasformerà in un’unica banca dati accessibile accessibile a tutta la PA, con tutto quello che ne consegue in tema di controlli e di risparmi.

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