PA DIGITALE

Spid alla svolta, Butti: “Puntiamo a soluzione condivisa”

Convocati nei prossimi giorni Poste Italiane e gli altri identity provider per avviare un confronto. Il sottosegretario all’innovazione: “L’obiettivo è consentire a chiunque di poter custodire su uno smartphone tutti i documenti per relazionarsi con la PA ed essere riconosciuto”

Pubblicato il 28 Feb 2023

butti

Dossier Spid, tutti convocati. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, convocherà da questa settimana i gestori d’identità digitale “per avviare un momento di ascolto e confronto volto a delineare gli scenari futuri”. Il sottosegretario ribadisce che la commissione di esperti, nominata presso il Dipartimento per la trasformazione digitale, è al lavoro per individuare un cronoprogramma chiaro e condiviso con tutti gli stakeholder politici e tecnici.

Il governo in cerca di “soluzione condivisa”

Nel corso di un incontro odierno con Assocertificatori, Butti ha ribadito la piena volontà e disponibilità politica del governo a trovare una “soluzione condivisa e sostenibile”.

“Dopo otto anni di richieste inascoltate da parte di Assocertificatori e dei privati impegnati in Spid – commenta Butti – questo è il primo governo con le idee molto chiare in materia di identità digitale, che apre al dialogo con i privati”.

L’adeguamento dell’Italia all’Europa

Non c’è alcuna intenzione, ribadisce il Sottosegretario, “di disperdere l’esperienza e il patrimonio innovativo dello Spid, ma la volontà di evolvere e migliorare i sistemi italiani di identità digitale, in linea con il quadro europeo di riferimento. Il processo di razionalizzazione delle identità digitali proseguirà pertanto in modo condiviso tra il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, i soggetti istituzionali e gli stakeholder coinvolti, nel migliore interesse dei cittadini”.

“L’obiettivo è di consentire a chiunque di poter custodire su uno smartphone tutti i documenti per relazionarsi con la PA ed essere riconosciuto -, spiega il sottosegretario, sottolineando che “semplificare la vita ai cittadini e alle imprese è un obiettivo importante ma oggi con tre identità Digitali non è possibile“.

Da chi è composta la task force del governo

A presiedere la task force Donato Limone, docente di informatica giuridica che si interfaccerà direttamente con Butti. Gli altri membri sono Silvia Carosini, avvocata ed esperta di legislazione internazionale ed anticorruzione, Enzo Chilelli docente dell’università Unitelma Sapienza ed esperto di Sanità digitale, Roberta Lignola già consulente giuridica della Presidenza del Consiglio, Andrea Lisi avvocato esperto di privacy e di amministrazione digitale, Giovanni Manca esperto in identità digitale ed Eidas, Enzo Morelli avvocato ed esperto di sicurezza di contenuti digitali e comunicazione interattiva, Gianni Penzo Doria docente ed esperto di gestione documentale.

Spid, un destino (ancora) in bilico

Allo studio del governo un nuovo servizio di identificazione – Idn, Identità digitale nazionale – che dovrebbero unificare il Sistema pubblico di identità digitale e la Carta di identità elettronica (Cie) “dentro” una app unica in linea con il progetto elaborato dalla Commissione europea che, nel 2024, mira a rendere operativo un sistema comune europeo di identità elettronica tramite una app unica: il modello di riferimento è il Green Pass. In quella applicazioni, immaginata come un wallet per smartphone, saranno disponibili dati personali, tessera sanitarie e tutti i documenti che potranno “viaggiare” in maniera interoperabile in tutta la zona Ue.

Il nodo dell’app

Il nuovo Idn funzionerà tramite app per smartphone. E qui il governo starebbe incontrando le prime criticità: fare un bando ex novo per una nuova app rischia di allungare i tempi – va ricordato che è in scadenza ad aprile la convenzione con i provider e si rischia il blocco di Spid – e anche un esborso di più fondi. Si starebbe dunque facendo strada l’ipotesi di utilizzare l’App IO come “piattaforma” per far funzionare il sistema. Al momento sono queste le due opzioni sul tavolo.

Provider sulle barricate

A preoccupare il governo la scadenza del 23 aprile, data in cui scadono i contratti dello Stato con i gestori dell’identità digitale. Nei giorni scorsi il dg di Agid, Francesco Paorici, ha incontrato le aziende le quali hanno messo nero su bianco le richieste per allungare di qualche mese – fino a giugno – il funzionamento del sistema. Assocertificatori ha posto 2 condizioni: una accordo immediato sulla ripartizione dei costi del servizio pubblico di identità digitale con lo stanziamento di fondi ad hoc per investire in innovazione e nuovi servizi e il coinvolgimento nel processo di trasformazione.

La banda ultralarga

Sulla banda larga in Italia “resta il ritardo. La cablatura del paese è in difficoltà”., ha detto Butti, intervenendo all’evento di Pwc Italia “Pnrr un anno dopo: le riforme attuate, i progetti in corso ed il punto di vista del mercato”. “.

C’è stata una errata mappatura sul territorio e questo ha comportato problemi e ritardi nella cablatura Paese”, ha precisato il sottosegretario, sottolineando di essere un fautore di “una rete nazionale performante in ftth”. Ma “non è possibile cablare tutta l’Italia al 100% con Ftth”. E “quando ci dicono che lo stanno facendo, non è vero”. “Il paese ha cominciato a ragionare sull’ftth nel 2006, con il governo Prodi, e oggi abbiamo ancora questi incredibili ritardi”, ha concluso Butti.

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