LA MANOVRA

Tagli alla spesa IT nella PA, affondo di Catania: “Scelta incomprensibile del governo”

Il presidente di Confindustria Digitale critica aspramente l’articolo 29 della Legge di Stabilità che decurta del 50% i budget dedicati: “Decisione in contraddizione con piano banda ultralarga e Crescita digitale”

Pubblicato il 27 Ott 2015

Federica Meta

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“Non sembra possa essere lo stesso Governo che nei mesi scorsi ha promosso il piano Crescita Digitale e la Strategia per la Banda Ultralarga e ora ordina alle PA di tagliare del 50% la spesa in tecnologie informatiche”. Così Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale esprime tutto lo sconcerto, al limite dell’incredulità, che attraversa le imprese di Ict nell’apprendere che nella Legge di Stabilità appena approdata in Senato, l’articolo 29 prevede di dimezzare la spesa pubblica in informatica, potendo così mandare in frantumi i progetti d’innovazione della pubblica amministrazione.

“E’ una visione incomprensibile quella che sta dietro a questa norma – continua Catania – Primo perché è in contrasto con le politiche di crescita e sviluppo dell’occupazione, di cui il digitale è il motore principale, e in aperta contraddizione con gli impegni sull’innovazione sin qui presi dal Governo. Secondo perché tagliare la spesa nelle nuove tecnologie significa tagliare proprio lo strumento principale per operare una spending review strutturale e mettere in efficienza la Pa, con tutti i benefici di cui proprio in queste ore si sta parlando, come per la trasparenza e il contrasto all’evasione fiscale. Ricordando, infine, che siamo agli ultimi posti in Ue per spesa pubblica in informatica, non posso che augurarmi che si sia trattato di una svista di percorso destinata a non lasciare traccia nella Legge di Stabilità che verrà licenziata dal Parlamento”.

Il taglio è previsto dall’articolo 29 della legge di Stabilità “bollinata” dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e inviato alla Commissione Bilancio del Senato.

L’articolo 29 disciplina al punto 1 che le pubbliche amministrazioni e le società inserite nel conto economico delle PA facciano esclusivo riferimento a Consip (che a sua volta acquisisce il parere vincolante di Agid sui parametri di qualità e prezzo, si legge al punto 2) per i propri approvviggionamenti (a meno di autorizzazione motivata dall’organo di vertice amministrativo, chiarisce il punto 4) “al fine di garantire l’ottimizzazione e la razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi in materia informatica”. Ma è al punto 3 che è stato inserito il taglio: “La procedura (…) ha un obiettivo di risparmio di spesa annuale, a decorrere dall’anno 2016, del 50 percento alla spesa annuale complessiva relativa al triennio 2013-2015 nel settore informatico“, si legge. Stando alle prime stime la decurtazione sarebbe anche superiore al 50% poiché nell’anno 2013 il tetto risulta essere più alto di quello degli anni successivi e quindi la media triennale sarebbe ulteriormente sfavorevole.

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