IL CASO

Stop ai chip nelle tessere sanitarie. Che fine fanno i servizi digitali?

Il decreto emanato già il primo giugno per far fronte alla carenza di semiconduttori. Asl e operatori privati in allarme: “A rischio prenotazioni delle visite online e freno al processo di innovazione”. Impatti anche sulla Carta di identità elettronica?

Pubblicato il 30 Ago 2022

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La novità è passata sottotraccia. Almeno finché qualche Asl, soprattutto quelle delle Regioni più digitalizzate sul fronte sanità, non ha lanciato l’allarme. Si tratta del ritorno alla tessera sanitaria senza chip, operativa a  partire dal 1° giugno.

La modifica normativa che è stata prevista dal Decreto del Ministero dell’economia e delle finanze (Mef) emanato di concerto con il Ministero della salute e con il Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 giugno 2022.

Le decisione è stata presa “per fare fronte alla possibile carenza di materiali per la produzione dei microchip, dovuta alla grave crisi internazionale”, spiega il Mef.

Non tutte le nuove tessere sono state emesse nel vecchio formato, ma il ministero ha chiarito che si tratta di una “possibilità”.

Il problema nasce dal conflitto in Ucraina. Kiev e Mosca sono infatti ricche di palladio e neon, componenti indispensabili per le industrie che lavorano nell’ambito dei semiconduttori utilizzati anche per i chip magnetici. A questo ostacolo si è sovrapposto l’embargo di forniture di materie prime della Cina ai danni di Taiwan, leader nell’assemblamento dei microchip.
In allarme le Asl e anche gli operatori della sanità privata, preoccupati per un possibile rallentamento nell’erogazione dei servizi ai pazienti così come dei processi di digitalizzazione della Sanità.

Tessera sanitaria “chipless”, cosa cambia

In una nota il Mef spiega che a partire dal 1 giugno, la Tessera Sanitaria potrà essere emessa nella versione Ts-Cns (Carta Nazionale dei Servizi) che comprende il microchip “o in alternativa nella versione Ts semplice senza il componente elettronico”. In entrambi i casi le Tessere di nuova emissione, le emissioni per scadenza e i duplicati continueranno ad avere sul retro del tesserino plastificato la Team, la Tessera europea di assicurazione di malattia.

Per le nuove Tessere Sanitarie che saranno prodotte senza la componente Carta Nazionale dei Servizi sarà possibile, inoltre, utilizzare fino al 31 dicembre 2023 la propria Ts-Cns con microchip anche se riporta sul fronte una data di validità già scaduta.

Oltre a conservare la vecchia tessera con chip, però, i cittadini dovranno – prima della scadenza – estendere la durata del certificato di autenticazione, collegandosi sul portale del Sistema tessera sanitaria gestito dallo stesso Mef. Un’operazione per la quale è necessario essere ancora muniti del codice pin che era stato inviato insieme alla vecchia tessera.

“Questo è stato reso possibile per continuare a permettere ai cittadini di poter usufruire dei servizi digitali della Pubblica Amministrazione per i quali è previsto l’accesso tramite questa funzione sui portali istituzionali”, puntualizza il Mef.
La proroga è limitata, però, alle sole funzionalità della componente Cns e non della Team riportata sul retro della Ts-Cns.

Asl e operatori della sanità lanciano l’allarme

Mentre per le farmacie non cambierà nulla – la lettura del codice a barre consente l’emissione dello scontrino parlante che dà diritto alle detrazioni fiscali sull’acquisto di farmaci e dispositivi medici – qualche problema potrebbe venire a crearsi nelle prenotazioni delle viste mediche. In Emilia Romagna, Lombardia e Veneto senza il chip non è possibile il riconoscimento della persona tramite lettore  smart card e dunque impossibile effettuare la prenotazione. Preoccupati anche gli operatori della sanità privata. Secondo Aiop, “la nuova tessera sanitaria senza microchip, con il conseguente blocco degli accessi ai servizi online, rischia di rallentare pericolosamente il percosod di digitalizzazione della Sanità”.

Il Lazio corre ai ripari

Sul caso interviene anche l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato. “Per noi sicuramente è un disagio –  spiega all’Adnkronos – Il problema per le tessere sanitarie ci sarà non appena scadranno e arriveranno le nuove. La cosa anomala è che scade quella con il chip e viene sostituita da una senza. Anziché andare avanti si va indietro”.

La Regione Lazio è a lavoro per creare un team ad hoc. “Stiamo creando una task force con Laziocrea e le Asl per anticipare eventuali difficoltà nel tracciamento dati e fascicolo sanitario”, annuncia D’Amato.

“Sul sistema di prenotazione non dovremmo avere problemi per tutti coloro che hanno Spid e la carta di identità elettronica – avverte invece l’assessore – Gli unici sono quelli che accedono inserendo la tessera sanitaria in un lettore ma dovrebbero essere molto pochi”.

Problemi anche per la carta di identità elettronica?

Non è escluso che disagi ci potranno essere anche per l’emissione delle carte d’identità elettroniche: il microchip, infatti, contiene i dati personali, la foto e le impronte digitali del titolare che consentono la sua identificazione online. Se prima venivano consegnate entro una decina di giorni, ora i tempi potrebbero dilatarsi.

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