Una seconda occasione per DigitPA

All’ente diretto da Francesco Beltrame spetterà l’elaborazione delle regole tecniche e attuative

Pubblicato il 21 Feb 2011

Due anni nell’ombra. Risorse tagliate – l’ultima Finanziaria ha
previsto fondi per 7 milioni di euro a fronte dei 15-18 necessari
allo svolgimento delle attività – con tanto di contratti e comandi
da altre amministrazioni non riconfermati (il numero di addetti è
sceso da 250 a poco più di 100) e parte delle funzioni prese in
carico dal Dipartimento della Digitalizzazione e Innovazione
Tecnologica del ministero della PA e Innovazione.

È la situazione critica in cui versava DigitPA fino al novembre
dello scorso anno, ovvero fino quando Palazzo Vidoni ha finalmente
deciso per lo stop al commissariamento e nominato alla presidenza
Francesco Beltrame, docente universitario di fama e ricercatore di
lunga data del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

E proprio a Beltrame toccherà gestire la “seconda vita”
dell’ex Cnipa, tornato agli antichi fasti grazie al varo della
versione aggiornata del Codice dell’Amministrazione digitale.
L’ente accompagnerà e sosterrà gli enti locali e centrali
tramite l’elaborazione delle regole tecniche ed attuative.

DigitPA si è già messo a lavoro, identificando alcune macro-aree
di intervento prioritario, prima fra tutte quella
dell’identificazione digitale (che nel Cad del 2005 era chiamata
“autenticazione”). Saranno varate norme applicative che
permetteranno a cittadini e imprese di identificarsi una sola volta
davanti all’ente pubblico: il Cad traccia una modalità di
identificazione basata sulla Posta elettronica certificata che,
oltre a canale di comunicazione preferenziale, diventerà una sorta
di “traccia elettronica” dell’utente.
Altra area di intervento sarà quella relativa al disaster
recovery, che, oggi più di prima, assume una forte rilevanza
nell’ambito un contesto di continuità operativa in grado di
fornire il “polso” dell’efficienza della macchina pubblica.
Non meno importante l’azione di elaborazione di regole tecniche
per la creazione, la gestione e la circolazione dei documenti
elettronici (workflow documentale) che garantiscano all’utente la
tracciabilità di qualunque pratica richiesta alla PA.

E last but not least, le regole per la strutturazione di banche
dati che dovranno assicurare, allo stesso tempo, tutela della
privacy e facilità di accesso alle informazioni.

“Con il nuovo Cad vengono ampliate le funzioni tradizionali di
DigitPA – spiega il direttore generale Giorgio De Rita – Una sfida
che siamo pronti ad accettare non solo perché rappresenta un
occasione per l’ente stesso, ma soprattutto perché innesca un
cambio di marcia sulla strada della modernizzazione della
amministrazione pubblica, in un momento storico ed economico in cui
diventa prioritario puntare a recuperare efficienza e
competitività a vantaggio di tutto il sistema Paese”.
Ma sarà realmente pronto l’ex Cnipa a portare a termine il suo
compito, nonostante il taglio dei fondi a cui abbiamo accennato
sopra? De Rita non ha dubbi anche perché “già dalla fine dello
scorso anno abbiamo preso provvedimenti per rimetterci in
marcia”.

“L’ultima Finanziaria ha quasi dimezzato le risorse di
provenienza statale, stanziando 7 milioni – ammette – Per colmare
il gap finanziario rispetto agli anni precedenti abbiamo deciso di
optare per l’autofinanziamento, in linea con la qualifica di
DigitPA da tempo non Authority, ma ente pubblico non economico. In
pratica le pubbliche amministrazioni che fruiscono dei nostri
servizi di ‘consulenza’ pagano per la prestazione erogata”.
Una scelta che finora si è dimostrata vincente e che ha permesso
l’utilizzo di contratti per i dipendenti in linea con la
contrattazione collettiva nazionale e una serie di azioni
economico-finanziarie che hanno garantito un “pieno recupero di
efficienza”, ci tiene a rimarcare De Rita.

Ma la seconda vita dell’ex Cnipa – nuove funzioni e nuove
modalità di finanziamento – si svolge ancora nel solco del “core
business” tradizionale. A Beltrame e il suo team di esperti
spetterà, come in passato, esprimere pareri sui progetti elaborati
dalle PA per applicare quanto previsto dal Codice; un compito
questo – ammettono dell’ente – molto delicato, soprattutto in un
momento di scarsi fondi per l’innovazione a disposizione delle
piccole amministrazioni che, più delle grandi, si affidano alla
consulenza.

“La nostra attività di gestione dell’Spc verrà ampliata –
aggiunge infine De Rita – Toccherà ai nostri ingegneri trovare
soluzioni efficienti di integrazione delle banche dati da
strutturare in applicazione del Cad all’interno della rete
pubblica”.

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