INNOVAZIONE

Una task force per il Piano Triennale e biometria contro i “furbetti”, ecco la PA 4.0 targata Bongiorno

Nel ddl Concretezza approvato dal Cdm prevista la possibilità di utilizzare le impronte digitali o la scansione dell’iride per stanare irregolarità. Una squadra ad hoc affiancherà gli enti nella realizzazione dei progetti digitali. Più e-skill tra il personale. La ministra: “La macchina pubblica ricomincia a correre”

Pubblicato il 14 Set 2018

F. Me

bongiorno

Nuove misure contro i “fannulloni”, sblocco del turnover, rivoluzione digitale nella pubblica amministrazione, ma anche nuove assunzioni. Sono questi i pilastri del ddl Concretezza, approvato dal Consiglio dei ministri, con una parte rilevante riguardante la riforma della PA.

La ministra Giulia Bongiorno ha annunciato rilevazioni biometriche e videosorveglianza contro i “furbetti del cartellino”. “Non si tratta di provvedimenti punitivi – ha spiegato Bongiorno – c’è la maggior parte dei dipendenti che vanno al lavoro e che mi chiedono di tutelarli, ma ci sono anche i cosiddetti furbetti del cartellino”.

La ministra ha spiegato che è prevista la possibilità di cominciare a identificare i dipendenti tramite l’uso della biometria: attraverso le impronte digitali o l’iride. Previste anche sanzioni per le amministrazioni inadempienti che finiranno in una “black list”.

“Il ddl si chiama concretezza perché non vuole essere l’ennesima riforma epocale ma vuole permettere alla PA” di cominciare a correre“, ha detto la Bongiorno. Il disegno di legge, ha spiegato al termine del Consiglio dei ministri, che ha dato il via libera al provvedimento, “è propedeutico alla trasformazione digitale” e punta a renderla effettiva.

“Basta con le liste di attesa di mesi per fare la nuova carta d’identità digitale, o alle amministrazioni che non utilizzano alcune innovazioni come l’autocertificazione. Con l’approvazione del disegno di legge arriverà il Nucleo della concretezza che, in collaborazione con l’Ispettorato della funzione pubblica, farà sopralluoghi, affiancherà le amministrazioni e proporrà eventuali misure correttive con l’indicazione dei tempi di realizzazione, delle quali risponderanno di dirigenti della PA. A questo si aggiungerà anche un piano triennale delle azioni concrete da mettere in campo per l’efficienza della macchina pubblica, nel quale sarà coinvolto anche il ministero dell’Interno”.

Via libera poi alle assunzioni per un “numero pari all’80% di quelle previste e poi verranno fatte verifiche puntuali. Questo consentirà di avere nell’immediatezza un ricambio generazionale, ma saranno assunzioni mirate”. Con l’obiettivo di arrivare alla possibilità di assumere, anche via concorsi in deroga, “il 100% del personale cessato dal servizio nell’anno precedente”. Prevista anche la sostituzione delle convenzioni Consip sui buoni pasto.

La Cgil rispetto al tema assenteismo, videosorveglianza e rilevazione dei dati biometrici, è preoccupata per le modalità co cui si interviene. “Il tema in discussione non è il contrasto all’assenteismo né gli strumenti individuati, ma la modalità con cui s’interviene – spiegano la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, e il segretario confederale della Cgil, Franco Martini – Il dpcm, che prevederà l’attuazione della rilevazione biometrica e della videosorveglianza, sarà, infatti, emanato su proposta del ministro, sentita la Conferenza unificata e il Garante della privacy. E i lavoratori? Lo Statuo dei lavoratori è tuttora in vigore e riteniamo inammissibile escludere il sindacato dalla discussione che attiene alle procedure di controllo”.

Su questo, aggiungono, “c’è già molta giurisprudenza, anche europea, e non accettiamo che i rappresentanti dei lavoratori vengano esclusi da tale discussione. È un ritorno all’antico, a una PA che rinuncia ai processi di collaborazione per determinare efficacia e si comporta invece come un datore di lavoro cerbero e punitivo. Bisogna premiare chi compie il proprio dovere e non partire dall’idea che tutti siano colpevoli. I controlli si devono fare, a garanzia degli onesti e dei cittadini, ma attraverso accordi sindacali, perché non tutte le amministrazioni sono uguali e non tutti i lavori sono svolti allo stesso modo dai dipendenti”.

La Uil accoglie con favore le prospettive di semplificazione e digitalizzazione della PA, ma soprattutto quelle di stabilizzazione e di ricambio generazionale della sua popolazione lavorativa. Ma per il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, restano dubbi sui provvedimenti contro i furbetti del cartellino. “Apprezziamo – dice ancora Foccillo – anche l’impostazione di un provvedimento che vuole permettere alla PA di cominciare a correre puntando forte sull’adeguamento digitale delle istituzioni e dei servizi che offre alla cittadinanza”.

“Si tratta di un obiettivo che, come Uil, riteniamo strategico per la vita dei cittadini, semplificandone e velocizzandone i rapporti con gli enti a cui si rivolgono – spiega il sindacalista – Tutte queste sono ottime intenzioni che auspichiamo si traducano, anche attraverso il nostro fattivo coinvolgimento, in interventi proficui per il rilancio di tutto il sistema Paese”. Rimangono, tuttavia, “i nostri dubbi sull’insistenza avverso i soliti c.d. furbetti del cartellino. Nessuno vuole giustificare chi sbaglia, ma ribadiamo che le regole ci sono e che sul fronte della prevenzione dei casi di falsa attestazione della presenza debba guardarsi con attenzione a tutti i profili relativi alla tutela della privacy dei soggetti coinvolti. Quello che ci preme, in particolar modo, è che tutto questo non si traduca nuovamente in un leit motiv che avalli nuove misure penalizzanti per i lavoratori. Per questi motivi, sosteniamo ancora una volta che per “tutelare i dipendenti che lavorano” – che sono la maggioranza – bisogna prima necessariamente passare per la promozione e la tutela del loro benessere lavorativo”.

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