AGENDA DIGITALE

Valducci: “Agenzia digitale sotto l’ombrello di Palazzo Chigi”

A sorpresa il presidente della commissione Trasporti e Tlc della Camera ipotizza una governance unica. Rientra in gioco la possibilità di emendamenti ad hoc nel passaggio di conversione a Montecitorio del Crescita 2.0

Pubblicato il 28 Nov 2012

Federica Meta

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“L’Agenzia per l’Italia dovrebbe passare sotto la responsabilità diretta della presidenza del Consiglio”. Lo ha detto Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti e Tlc della Camera, intervenendo ieri al convegno sullo Spazio, organizzato dal Corriere delle Comunicazioni. Secondo Valducci dunque si potrebbe sciogliere a breve il nodo della governance del nuovo ente per ora sotto la responsabilità di troppi ministeri (Istruzione, Sviluppo economico e Funzione pubblica).

Stando a quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, in Senato non sono stati presentati emendamenti al decreto Crescita 2.0 in questo senso, ma le parole di Valducci potrebbero aprire la strada a modifiche da presentare alla Camera una volta che il testo sia stato licenziato da Palazzo Madama.

D’altronde il nodo della governance dell’Agenzia è uno dei più delicati dell‘Agenda digitale italiana tanto che esperti e politici concordano sulla necessità di semplificarla. A partire da Linda Lanzillotta, deputata del Gruppo Misto, che a più riprese ha chiesto che l’ex DigitPA abbia un “committment forte da parte del governo”. Secondo la Lanzillotta “affidare a quattro ministeri la vigilanza della nuova Agenzia per l’Italia Digitale non è una buona idea. Mettere in mano a più ministeri questa delicata funzione significa far vigilare tutti e nessuno”. Dello stesso avviso anche Paolo Gentiloni (Pd) che auspica “una regia unica per la PA”.

Francesco Sacco, direttore di EntER-Bocconi ha sottolineato che ci sono fattori positivi e negativi sul destino dell’Agenzia. “Da una parte, potrà contare su un ecosistema che comunque negli ultimi mesi è andato avanti verso le nuove tecnologie e che, almeno a livello di governo e di associazioni di categoria, sembra davvero intenzionato a portare l’Italia nell’era del digitale – ha spiegato – Dall’altro, dovrà riuscire a mediare – e in certi casi anche a imporsi – sulle diverse forze politiche e istituzionali in campo. Solo così potrà assolvere ai tanti compiti impartiti dal decreto e ai quali altri potrebbero aggiungersi in fase di conversione in legge. Eccoli, nell’ordine in cui sono citati nel testo”.

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