SPACE ECONOMY

Detriti spaziali, made in Italy il primo esperimento di osservazione

Sulla Stazione spaziale verrà installato stasera il telescopio Mini-Euso per la cattura di immagini della Terra. Obiettivo lo studio di meteore, raggi cosmici e gas atmosferici

Pubblicato il 07 Ott 2019

L. O.

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Meteore e detriti spaziali sotto la lente dell’Agenzia spaziale italiana. Debutta sulla Stazione Spaziale l’esperimento italiano per osservare la Terra con un super-telescopio di nuova generazione. L’installazione di Mini-Euso è prevista questa sera alle ore 19 ora italiana e il dispositivo resterà in funzione tutta la notte.

L’esperimento, nato dalla collaborazione tra Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e agenzia spaziale russa Roscosmos e proposto da Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Università di Roma Tor Vergata, sarà installato dagli astronauti russi Oleg Skripochka e Aleksandr Skvorcov.

Osservazione detriti, così funziona l’esperimento

“L’esperimento sarà installato sulla finestra trasparente del modulo russo Zvezda nella Stazione Spaziale Internazionale e punterà verso la Terra”, ha detto all’Ansa il responsabile dell’Utilizzazione delle risorse Asi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, Giovanni Valentini. Il dimostratore, ha aggiunto, “catturerà immagini per tutta la notte e domani mattina sarà spento, per essere installato di nuovo nella prossima sessione prevista il 19 ottobre”.

Lanciato lo scorso 22 agosto dal Cosmodromo di Baikonur con una navetta Soyuz, lo strumento è un telescopio di nuova generazione formato da due lenti di 25 centimetri di diametro, un piano per la raccolta della luce costituito da 36 rivelatore elettronici e due mini-fotocamere (operanti l’una nel visibile, l’altra nel vicino infrarosso).

Lo scopo è osservare la Terra nell’ultravioletto per registrare le emissioni, in questa banda, di meteore e detriti spaziali, come i residui di satelliti. Lo strumento è stato progettato anche per il rilevamento di alcune piogge di raggi cosmici. L’osservazione notturna delle emissioni nella banda dell’ultravioletto permetterà, inoltre, di ottenere la mappa dei gas che compongono l’atmosfera e di osservare la bioluminescenza prodotta dal plancton e le sue variazioni.

Il dimostratore potrebbe aprire la strada anche a un sistema per la potenziale rimozione di detriti tramite laser: iun sistema coordinato potrebbe individuare i detriti dallo spazio, con un telescopio di questo tipo, e rimuoverli tramite un laser gestito da Terra.

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