SPACE ECONOMY

Fyodor, il primo robot nello spazio. Userà un telescopio italiano

Dopo il primo tentativo fallito la Soyuz MS-14 riesce ad agganciare la Stazione Spaziale Internazionale. Fra le dotazioni tecnologiche il Mini-Euso, sviluppato nell’ambito di un progetto internazionale guidato dall’Infn

Pubblicato il 27 Ago 2019

L. O.

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Ce l’ha fatta. Dopo il tentativo fallito del 24 agosto la Soyuz MS-14 è riuscita ad attraccare alla Stazione Spaziale Internazionale alle 5.08 italiane di oggi. A bordo della navetta, decollata dal Cosmodromo di Bajkonur il 22 agosto, nessun umano, ma soltanto il robot Fyodor, un sistema di Intelligenza artificiale made in Russia in grado di interagire con gli astronauti e che sarà utilizzato per alcuni esperimenti a bordo dell’Iss.

La Soyuz è equipaggiata con un congegno italiano, il telescopio Mini-Euso sviluppato nell’ambito di un progetto internazionale guidato dall’Infn (coordinato da Marco Casolino della sezione Infn dell’Università di Tor Vergata) e dall’istituto di ricerca giapponese Riken, che catturerà fenomeni legati ai raggi ultravioletti di origine cosmica.

Nei giorni scorsi la navetta aveva fallito l’attracco a causa del mancato funzionamento dell’antenna del sistema di attracco automatico Kurs sulla Iss. Inizialmente era attesa a un altro modulo di attracco, il “Mim2”, ma in seguito al fallito tentativo oggi è stata agganciata al modulo “Zvezdà”.

La Soyuz ha trovato, al suo arrivo all’Iss, un altro pezzo d’Italia, perché in questo momento a orbitare sulla Terra c’è l’astronauta italiano Luca Parmitano.

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